Stefano Rizzato, La Stampa 23/3/2014, 23 marzo 2014
“UN TERZO DELLE SEPARAZIONI COLPA DEI TRADIMENTI ONLINE”
Non saremo al livello del Qatar, dove vanno a monte quattro matrimoni su dieci. E neppure a quello della Gran Bretagna, dove di recente s’è impennato il numero di over 40 soli e solitari, in cerca di una stanza in affitto. Eppure in Italia, soprattutto al Nord, divorzi e separazioni sono sempre più all’ordine del giorno. L’avevano già rilevato gli ultimi dati Istat, che mostravano come tra il 2000 e il 2011 le separazioni fossero aumentate del 23,4 per cento e i divorzi del 43,2. E ora lo conferma anche l’Ami, associazione dei matrimonialisti italiani, che – in occasione del suo Convegno nazionale – ha fotografato un Paese diviso a metà. Con 383 separazioni ogni mille matrimoni al Nord e 180 su mille al Sud.
Si dirà: merito di valori e tradizioni, che da sempre reggono meglio nel meridione. Vero. Ma forse persino in questo campo ha finito per metterci lo zampino il «digital divide», il divario tecnologico tra Nord e Sud. Secondo le cifre fornite dai matrimonialisti, infatti, il 30 per cento delle separazioni giudiziali avviene per colpa di internet e di tradimenti che nascono tra social network, chat e simili. «Percentuali che fino a poco tempo fa appartenevano agli inglesi, ai tedeschi, ai francesi», ha sottolineato il presidente dell’Ami, Gian Ettore Gassani. E così, nel Nord più moderno e cablato si litiga e ci si separa a gran ritmo. Al Sud, dove internet è meno diffuso, ci si salva meglio dai tradimenti via Web.
Intanto la novità sta creando più di un problema agli avvocati specializzati nel settore, costretti ad acrobazie tecnologiche e legali per dimostrare l’infedeltà cibernetica e spesso davanti alla necessità di allegare «tabulati» di chat e messaggini vari. Segno di modernità, nel bene e nel male.
Così com’è segno di modernità il fatto che anche tra i meno giovani il divorzio non sia più un tabù. Sono infatti in aumento quelli tra coniugi over 65. Succede soprattutto a Roma e Milano, dove ben un quinto dei divorzi riguarda questa fascia d’età e coppie che decidono di separarsi proprio alle soglie delle nozze d’oro. Anche questo un fenomeno in grande aumento rispetto al passato, visto che solo vent’anni fa a dirsi addio erano solo il due per cento delle coppie sopra i 65 anni.
«Negli ultimi trent’anni la famiglia italiana è cambiata – ha spiegato Gassani – e i matrimoni sono passati dai 420 mila del 1972 ai 208 mila del 2012». A guardar bene i dati, così, si scopre che – in termini assoluti – i divorzi sono lievemente calati tra il 2009 e il 2011. Merito, per l’appunto, dei matrimoni in calo. Ma anche della crisi, visto che invece nello stesso periodo le separazioni hanno continuato ad avanzare, arrivando alla cifra record di 88.797 nel 2011. Nel 1995 erano state circa 52.300.
Non saremo al livello del Qatar, dove vanno a monte quattro matrimoni su dieci. E neppure a quello della Gran Bretagna, dove di recente s’è impennato il numero di over 40 soli e solitari, in cerca di una stanza in affitto. Eppure in Italia, soprattutto al Nord, divorzi e separazioni sono sempre più all’ordine del giorno. L’avevano già rilevato gli ultimi dati Istat, che mostravano come tra il 2000 e il 2011 le separazioni fossero aumentate del 23,4 per cento e i divorzi del 43,2. E ora lo conferma anche l’Ami, associazione dei matrimonialisti italiani, che – in occasione del suo Convegno nazionale – ha fotografato un Paese diviso a metà. Con 383 separazioni ogni mille matrimoni al Nord e 180 su mille al Sud.
Si dirà: merito di valori e tradizioni, che da sempre reggono meglio nel meridione. Vero. Ma forse persino in questo campo ha finito per metterci lo zampino il «digital divide», il divario tecnologico tra Nord e Sud. Secondo le cifre fornite dai matrimonialisti, infatti, il 30 per cento delle separazioni giudiziali avviene per colpa di internet e di tradimenti che nascono tra social network, chat e simili. «Percentuali che fino a poco tempo fa appartenevano agli inglesi, ai tedeschi, ai francesi», ha sottolineato il presidente dell’Ami, Gian Ettore Gassani. E così, nel Nord più moderno e cablato si litiga e ci si separa a gran ritmo. Al Sud, dove internet è meno diffuso, ci si salva meglio dai tradimenti via Web.
Intanto la novità sta creando più di un problema agli avvocati specializzati nel settore, costretti ad acrobazie tecnologiche e legali per dimostrare l’infedeltà cibernetica e spesso davanti alla necessità di allegare «tabulati» di chat e messaggini vari. Segno di modernità, nel bene e nel male.
Così com’è segno di modernità il fatto che anche tra i meno giovani il divorzio non sia più un tabù. Sono infatti in aumento quelli tra coniugi over 65. Succede soprattutto a Roma e Milano, dove ben un quinto dei divorzi riguarda questa fascia d’età e coppie che decidono di separarsi proprio alle soglie delle nozze d’oro. Anche questo un fenomeno in grande aumento rispetto al passato, visto che solo vent’anni fa a dirsi addio erano solo il due per cento delle coppie sopra i 65 anni.
«Negli ultimi trent’anni la famiglia italiana è cambiata – ha spiegato Gassani – e i matrimoni sono passati dai 420 mila del 1972 ai 208 mila del 2012». A guardar bene i dati, così, si scopre che – in termini assoluti – i divorzi sono lievemente calati tra il 2009 e il 2011. Merito, per l’appunto, dei matrimoni in calo. Ma anche della crisi, visto che invece nello stesso periodo le separazioni hanno continuato ad avanzare, arrivando alla cifra record di 88.797 nel 2011. Nel 1995 erano state circa 52.300.