Massimo Gaggi, Corriere della Sera 23/3/2014, 23 marzo 2014
IL CAPITALE DISUMANO DI LARRY PAGE
Niente beneficenza per aiutare i deboli: quando si muore, meglio lasciare il patrimonio a capitalisti con grandi idee, gente capace di far fare un balzo in avanti all’umanità. Parola del cofondatore e amministratore delegato di Google, Larry Page, che rompe il fronte dei miliardari «buonisti» cresciuto negli ultimi anni sull’esempio di Bill Gates: il fondatore di Microsoft che ha donato oltre metà del suo patrimonio e con la sua fondazione filantropica combatte contro la povertà e le malattie endemiche dell’Africa, ma aiuta anche gli ultimi della società americana, ad esempio le scuole delle periferie urbane lungo la West Coast. Un Page dal cuore duro come Scrooge, l’avaro del racconto di Dickens, o nella Silicon Valley sta spuntando una nuova tendenza? La risposta giusta con ogni probabilità è la seconda. I giovani imprenditori californiani sono in genere etichettati come progressisti: giusto nella maggior parte dei casi. Ma non sono per questo anche assistenzialisti. Imbevuti di cultura libertaria, sono molti a sinistra nella difesa dei diritti civili e delle libertà, ma sono ostili a ogni allargamento degli interventi dello Stato, come i conservatori. Detestano la burocrazia, credono ciecamente nell’iniziativa privata. E, anche quando sono impegnati nella filantropia, temono che le fondazioni — con molti soldi e pochi controlli — scivolino su una china parastatale. Anche Google ha la sua fondazione, ma le ha dato un carattere fortemente scientifico finanziando, ad esempio, studi per combattere malattie rare e micidiali. Alcuni di questi sforzi non hanno dato frutti e sono stati interrotti, ma l’idea di Page e del suo compagno di strada, Sergey Brin è chiara: beneficenza non per sfamare i poveri ma per creare un mondo migliore materializzando i sogni di imprenditori come Elon Musk che fa auto elettriche, missili e navette spaziali, ma vuole portarci tutti su Marte. Non è un caso che le sue idee Page le abbia espresse al TED, conferenza dell’ottimismo visionario. Che siano praticabili, è tutto da vedere.