Riccardo Luna, la Repubblica 22/3/2014, 22 marzo 2014
IL BACK UP DELL’UMANITÀ? È SU MARTE
Non so perché ma ho come la sensazione che dopo l’auto che si guida da sola, le turbine volanti e la rete Internet via mongolfiera, la prossima grande sfida di Google potrebbe essere portare l’uomo su Marte. O meglio, lo so perché. Qualche giorno fa si è svolto il Ted, quello vero, non i TedX che si svolgono ogni giorno in qualche città del mondo.
L’originale. Per la prima volta non in California ma in Canada, a Vancouver. Non è stata questa l’unica novità. Come forse sapete il Ted è imperniato sulla formula del discorso da 18 minuti (che con il tempo sono diventati 12). Ma questa volta, mercoledì, è andata in scena una classica intervista: Charlie Rose ha intervistato il cofondatore di Google Larry Page. Era un po’ che Page non si vedeva in giro: e soprattutto non si ascoltava per via di un serio problema alla voce. E l’intervista non ha deluso le attese. Ma fra le tante risposte interessanti quella che ha più colpito è stata questa: se dovessi morire non darei i miei soldi in beneficenza, ma ad Elon Musk. A un altro miliardario! Musk è molto di più: è il fondatore della auto elettrica Tesla e il leader del progetto SpaceX per portare l’uomo su Marte. È questo ad aver attirato l’attenzione di Page: mandare un uomo su Marte “è filantropia”, ha sostenuto Page.
Vuol dire fare “back up” all’umanità.