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 2014  marzo 22 Sabato calendario

IL TRIS DI BLACKROCK CON MONTEPASCHI


MILANO — C’è una costante nell’azionariato delle prime tre banche italiane Unicredit, Intesa Sanpaolo e, da ieri, Mps: è la presenza del colosso americano BlackRock, il più grande gestore di fondi al mondo con 4.300 miliardi di dollari di masse. Il gruppo fondato nel 1988 dal finanziere Larry Fink e gestito in Italia da Andrea Viganò è entrato nella banca senese con il 5,74% lo scorso 18 marzo, giorno in cui la Fondazione Mps ha collocato fuori mercato il 12% attraverso Morgan Stanley, scendendo al 15% del capitale. Il fondo dovrebbe aver rilevato buona parte di quelle azioni, visto che all’assemblea Mps a dicembre BlackRock era presente con una manciata di titoli.
Per il gruppo, diventato secondo socio di Mps, l’investimento è stato di circa 160 milioni. Ieri Mps ha chiuso a 0,2331 euro, in calo del 2,14%, dopo un rimbalzo del 30% in un solo mese. Resta invece ancora sconosciuta la destinazione del restante 7% di Mps ceduto dalla Fondazione: potrebbe essere stato acquistato da altri fondi americani (si è fatto il nome dell’hedge Och Ziff, e si era anche parlato dell’interesse di Jc Flowers), anche se non è detto che vengano allo scoperto, visto che i fondi possono non dichiararsi se restano sotto il 5% in una quotata.
Una volta che la mappa del capitale sarà definita si capiranno i nuovi equilibri nuovi nell’istituto presieduto da Alessandro Profumo e guidato da Fabrizio Viola, che si appresta a metà maggio a varare un maxi-aumento di capitale da 3 miliardi (superiore al valore attuale di Borsa di 2,7 miliardi) per rimborsare parte dei 4 miliardi di Monti bond secondo le indicazioni della Commissione europea. Tra i soci rilevanti, solo la compagnia francese Axa, al 4%, ha confermato che sottoscriverà le azioni. Ma la Fondazione sta ancora cercando di vendere un pacchetto a un «partner strategico con cui condividere la governance della banca», ha detto nei giorni scorsi la presidente di Palazzo Sansedoni, Antonella Mansi. Questo partner non dovrebbe essere BlackRock, visto che Mansi ha detto di non sapere chi avesse acquisito le azioni collocate da Morgan Stanley. La costituzione di un nocciolino duro Axa-Fondazione-azionista estero è anche la soluzione auspicata da Viola e da Profumo per avere un nucleo di soci di medio-lungo periodo.
Con la mossa sul Montepaschi, BlackRock è diventato l’investitore istituzionale estero più presente nelle banche italiane, oltre che confermarsi primo investitore straniero a Piazza Affari con circa 20 miliardi di partecipazioni : oltre al 5,7% di Siena, BlackRock ha rilevato di recente il 5% di Intesa ed è salito al 5,24% di Unicredit diventandone il primo azionista. La pulizia dei bilanci in vista della verifica degli attivi (asset quality review) da parte della Banca centrale europea ha liberato gli istituti dalle zavorre dei crediti problematici e dunque ha reso le banche più appetibili per un investitore istituzionale. BlackRock detiene anche il 4,8% di Telecom Italia e il 5% di Azimut. Nei mesi scorsi aveva dichiarato il 5% di Atlantia , il 4% in Fiat, il 2,8% in Generali. L’anno scorso aveva superato il 5% in Ubi, per poi ridiscendere sotto la soglia rilevante .
Fabrizio Massaro

fmassaro@corriere.it