Conchita Sannino, la Repubblica 21/3/2014, 21 marzo 2014
“SENZA SILVIO IL PARTITO VACILLA MARINA FACCIA IL GRAN SACRIFICIO”
ROMA — «E’ evidente che Forza Italia senza di lui vacilla. Perciò io spero che ci sia sua figlia Marina a raccogliere questa sfida ». Dal bar terrazza dell’albergo da cui si affaccia Francesca Pascale, mentre beve un aperitivo, si stende la Roma dei palazzi che per due anni dovrà fare a meno di Silvio Berlusconi. Lei ragiona per la prima volta di un leader ormai espulso. E attacca, analizza, tira fuori vecchi sassolini. E unghie. È la sua prima intervista politica. «Posso chiederle solo di non farmi apparire senza cervello?».
Ha i capelli raccolti, pantaloni e cappa blu, ed è appena tornata dalla Procura di Roma, dove è stata sentita come teste nella causa contro Michelle Bonev (che ha parlato di rapporti omosessuali con la Pascale).
Francesca Pascale, cosa accadrà ora a Forza Italia?
«Un’assenza forzata dalle urne, e dalle platee, di un leader delle capacità di Berlusconi, non passa inosservata. Il partito vacilla senza di lui. Ma cosa significa, questo? Che finisce tutto? No! Intanto l’interdizione dura solo due anni, amen. Poi io spero, sommessamente, anche egoisticamente, che Marina Berlusconi pensi davvero a questa incredibile sfida: anche se, da donna, mi rendo conto di quale sacrificio possa rappresentare. In ogni caso, se non ci sarà la successione familiare io dico: ripartiamo da Berlusconi che è la nostra guida, dai coordinatori del partito, dai club Forza Silvio».
Dicono che comanda lei, ora.
«Sciocchezze. Il presidente ascolta tutti, poi decide sempre e soltanto lui. Chi dice queste cose tradisce la sua lontananza dal presidente: non solo non conosce bene Berlusconi, ma non gli vuole bene. Io mi attribuisco un solo merito, invece: quello di aver introdotto elementi di semplicità estremi, popolari».
Tipo, aver licenziato il compratore di fagiolini a 80 euro al chilo?
«Farà sorridere. Ma è un piccolo emblematico esempio di coloro che abusano della fiducia di Berlusconi. E quanti compratori di fagiolini, intorno a lui, in politica, nei seggi».
Sveli ufficialmente: Renzi le piace perché assomiglia a Berlusconi o non le piace per lo stesso motivo?
«Questa è una favola da smontare. Renzi scimmiotta un po’ Silvio, sì, ma non ha nulla di lui, anzi con le sue slide somiglia più a Mike Bongiorno. Poi, scusi, una cosa sulla signora Renzi, posso? Ha tutto il mio rispetto: ma la moglie del presidente, invece di chiedere l’aspettativa, perché non lascia il posto a un precario della scuola? In fondo lei adesso sarà impegnata su altri fronti».
Faccia uno sforzo: le piace qualcosa di questo governo?
«Non le modalità con cui è nato. Questo governo si regge su due traditori. Uno è Renzi che assicurava di voler arrivare a Palazzo Chigi per la via maestra del voto. L’altro è Alfano: autentico voltagabbana. Ecco, se io avessi “contato” nel partito, onestamente, Alfano non l’avrei candidato neanche. A me non ispirava fiducia, ma Berlusconi lo ha allevato come un figlio e ne ha subito il tradimento nel momento per lui più difficile».
Non apprezza neanche che Renzi abbia riabilitato Silvio nel momento di peggior caduta?
Ha dovuto incontrare lui avviare la riforma elettorale.
«Ma Renzi ha fatto un piacere solo a se stesso. E Berlusconi non aveva bisogno della sua riabilitazione».
Comunque le aree di vostro dissenso interno sono tante. Fitto, ad esempio, sarà candidato alle europee?
Sorride come di una che ne dubita. «Ho già detto che le decisioni ultime spettano unicamente a Berlusconi».
Pensa davvero che Giovanni Toti sia il vostro uomo?
«Oltre ad essere un uomo che viene dal mondo del lavoro e delle professioni, è un vero moderato. Qualcuno obietterà che non ha il carisma di un leader? Ma quanti leader ce l’hanno in Italia? Forse solo Silvio. E poi meglio un Toti che...».
Dieci Santanché?
Sorride. «Che tanti altri che di democratico e moderato non hanno proprio nulla. Toti è stato una scelta di Berlusconi e nessuno dovrebbe permettersi di contestarlo. Nel partito tutti devono tutto solo a lui». E Cosentino in Campania sta imbarazzando tutto il partito.
Le tocca il tormentone. Vi sposate o no?
«A Napoli mi hanno regalato anche le scarpe da sposa, incredibile... Però: il matrimonio da sogno, vero, è in chiesa e io non posso più averlo. A questo punto, diciamo che se lui ci dovesse cascare per la terza volta, quel giorno mi farò trovare libera».