Maurizio Caverzan, Il Giornale 21/3/2014, 21 marzo 2014
IL CASO IL NUOVO STORE A MILANO SCATENA IL DUELLO
[Celentano-Farinetti, botte tra guru a sinistra] –
Milano La collisione era inevitabile. Ampiamente annunciata. Considerate gelosia e narcisismo di base, due riconosciuti guru della sinistra che, grosso modo, galleggiano nelle stesse acque possono non scontrarsi, presto o tardi? Non possono. Perciò, eccoli laggiù, a mezza costa, nel bacino del progressismo illuminato e modaiolo.
Oscar Farinetti, renziano ortodosso, tendenza imprenditoria glamour e politicamente corretta. E Adriano Celentano, grillino deluso e ora a sua volta neo-renziano, tendenza ecologista savonaroliano. Accostano minacciosamente, ognuno sulla propria rotta. Farinetti, patron di Eataly, profeta del cibo «di alta qualità»che«avvicina le persone, crea comunione tra i diversi strati sociali, aiuta a trovare punti di vista comuni tra gente di diverso pensiero», colpevole di aver aperto il suo «store» milanese nel posto che fu dello storico Teatro Smeraldo.
E il Molleggiato, inflessibile custode dell’italico modernariato architettonico, che da Galbiate scaglia ciclicamente le sue invettive, come ha fatto ieri sul Fatto quotidiano scomunicando i «carnefici della bellezza ». Si avvicinano pericolosamente, senza che nessuno modifichi il percorso o corregga il profilo da icona chic.«Dietro la lista dei nemici dell’arte e della cultura- ha scritto Celentano - si nasconde purtroppo una sottolista che è molto più pericolosa di quella apparente, con tanto di nome e di sfrontata visibilità in ogni talk show , come questo Oscar Farinetti, che appena può rincorre la luce dei riflettori per sprecarsi in parole ipocrite come:«Cose semplici che vengono dalla campagna e di mangiare “ sano”,poiché mangiare sano, ci dice il centro commerciale del suo cervello, “ è alla base della cultura”. Ma la tua cultura, caro Farinetti, è solo una facciata per riempire le tue tasche».
Impatto fragoroso, acque agitate, frattura consumata. Per il Savonarola di Galbiate la difesa del passato artistico e paesaggistico della Milano che fu è incompatibile con «le salsicce arrosolate sul cemento». Un tempo «le salamelle » servivano a finanziare il partito comunista. Con Farinetti servono a sostenere il Pd renziano. Adriano, non prendertela: cambiano le sigle, ma non i salumi che ingrassano le casse. Sicuro, anche quelle del patron di Eataly. Che però, in tempi difficili, continua a far girare l’economia e a offrire posti di lavoro.
Insomma, la guerricciola andrà avanti di sicuro.Il guru storico dell’ambientalismo francescano. E l’icona emergente della sinistra corretta. Una scaramuccia annunciata. Quasi come la puntualissima sentenza del Tar del Veneto, pure stigmatizzata dal Molleggiato, che ha contraddetto la decisione degli ex ministri Clini e Passera d’impedire il passaggio in Laguna delle navi oltre le 40mila tonnellate. Si sa, ogni magistrato, regionale o no, amministrativo o no, deve giustificare la propria esistenza. E farsi sentire, ohibò ! Ma questa è un’altra storia.