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 2014  marzo 21 Venerdì calendario

E ADESSO PANAMA HA LA PRIMA METRO DEL SUDAMERICA


All’inizio ci credettero in pochi. Quasi tutti si dissero scettici, quando nel 2010 fu presentato l’ambizioso progetto: costruire la prima metropolitana dell’America centrale, a Panama. Ma la promessa del presidente Ricardo Martinelli è stata mantenuta e all’inizio di marzo il primo treno ha iniziato a muoversi lungo la linea 1. Come spiega l’agenzia spagnola Efe, si tratta al momento 13 fermate, fra elevate e sotterranee, che consentono agli 880 mila abitanti della capitale di attraversare la città da un capo all’altro in poco più di venti minuti.
Ricardo Martinelli, entusiasta, ha partecipato all’inaugurazione e sorridente si è fatto fotografare di fianco al conduttore mentre la metropolitana procedeva lungo i binari e superava via via tutte le nuove stazioni. «Questa è una metro da primo mondo che cambierà i trasporti della nostra capitale» ha proclamato il presidente, di origini italiane, e magnate dei supermercati, che guida il conservatore Cambio Democrático. Il nuovo mezzo di trasporto è una soluzione per il traffico tentacolare di Panama City, che, tenendo conto anche della popolazione delle periferie, supera gli 1,2 milioni di abitanti.
Un grande impulso per la realizzazione del progetto è venuto dalla restituzione nel 1999, in base agli accordi internazionali, di tutto il territorio del Canale di Panama da parte degli Stati Uniti. Da allora, lo sviluppo della città è stato frenetico e lo si può ben misurare in hotel costruiti. Si è passati dalle 1400 stanze d’albergo del 1997 alle attuali 15 mila. Tutt’attorno, è un rifiorire di artisti ed eventi culturali, fra cui il Panama Jazz Festival, che ogni anno accoglie musicisti di fama internazionale. E c’è anche una rassegna di cinema. Si perde lontano negli anni il ricordo del dittatore Manuel Noriega, che venne deposto dagli americani nel 1989 con un blitz militare. Con i suoi palazzi e grattacieli ora Panama City è diventata una sorta di capitale dell’America centrale e i treni delle sua metropolitana non hanno nulla da invidiare a quelli della «subway» di New York o della «Tube» di Londra. Sono formati da tre vagoni, e possono arrivare fino a cinque, e ciascuno è dotato di aria condizionata, di sorveglianza video e tutta una serie di sistemi di informazioni per il passeggero.
La «metro de Panama» è uno dei vanti del presidente, che ha puntato gran parte del rilancio economico del suo Paese proprio sui trasporti pubblici e sulle vie di comunicazione. A partire dalla sua sfida più grande: quella di allargare il Canale navigabile per permettere il passaggio delle gigantesche navi da 12 mila container, con la stazza doppia rispetto a quella consentita ora.
Dopo una serie di imprevisti e ritardi che hanno rallentato, ora i lavori del consorzio di imprese (Gupc), guidato da Sacyr cui partecipa l’italiana Salini Impregilo, dovrebbero procedere senza grossi intoppi. L’idea originaria era quella di consegnare l’opera, sia pur non ancora del tutto ultimata e funzionante temporaneamente a ritmo ridotto, entro la metà del 2015: ora però bisognerà correre per arrivare allo stesso risultato a fine 2015-inizio 2016. Con tutto l’interesse di Panama, che a regime dovrebbe incassare dal «nuovo» canale, nel quale potranno transitare navi oltre i 300 metri di lunghezza, circa sei miliardi di dollari all’anno.