Emilio Randacio, la Repubblica 20/3/2014, 20 marzo 2014
FIORI, STUZZICHINI E CENE LE SPESE PAZZE DI FORMIGONI
ROBERTO Formigoni è tra gli ospiti di Annozero di Michele Santoro? In attesa della sua comparsata televisiva, il governatore della Lombardia partecipa ad un «incontro con un parlamentare per discuterne ». I due si siedono alla trattoria Toscana da Tullio.
E QUEL giovedì 12 febbraio 2009 il conto lo salda l’allora presidente della Lombardia. Centoventotto euro pagati con la carta di credito della Regione.Due giorni dopo, di sabato, l’allora governatore della Lombardia è «dal Bolognese», locale alla moda di Milano, «con un parlamentare per esame prospettive elezioni ». E anche stavolta i 162 euro del conto finiscono a carico della «Presidenza della Giunta».
LA MANIA DEI FIORI
Spese di questo genere, negli ultimi due mandati da governatore, hanno raggiunto cifre a molti zero. Tra il 2008 e il 2010, sono state 319 mila euro, «solo » 114 mila per il 2010-2012. In questo importo sono compresi, è bene dirlo, non solo «i costi sostenuti direttamente da Formigoni, ma anche le spese dell’ufficio di presidenza e dei sottosegretari ». Nell’inchiesta da poco conclusa dai pm di Milano sui 64 consiglieri accusati di aver gonfiato i rimborsi elettorali — Robledo, Filippini e D’Alessio — ci sono anche le spese addebitate alla Regione ed effettuate dall’allora governatore. Nulla di penalmente rilevante, va precisato. Scorrendo le centinaia di pagine raccolte dagli investigatori del Nucleo di polizia tributaria, però, di cifre sorprendenti ce ne sono di sicuro. Curiosa, per esempio, appare la mania per i fiori dell’ex governatore. Durante il suo mandato, la presenza di decorazioni floreali nella «sala di rappresentanza», è costante, ma soprattutto piuttosto onerosa. Il 14 febbraio 2010, al fiorista Baratti vengono liquidati 645 euro, il mese successivo altri 629. Colpisce anche la cura con la quale Formigoni si dedica «all’acquisto di olio, sottaceti e stuzzicadenti per il bar di rappresentanza del Presidente». La spesa, ogni mese del 2010, ammonta a 17,76 euro. Molto attento alle pubbliche relazioni, il 22 aprile 2010 invita quattro giornalisti al ristorante «la Rosetta», «per esposizione formazione nuovo governo regionale». Per i cinque coperti il conto è di 696 euro.
LE CRAVATTE DI RAPPRESENTANZA
La «rappresentanza» sembra una missione alla quale la giunta Formigoni ha sempre dato un certo peso. Il 10 ottobre 2012, all’Ufficio economato arriva una richiesta di rimborso «per l’acquisto di materiale». La cifra è di 11 mila e 164 euro e 80 centesimi. Questa volta è l’ufficio del Consiglio regionale a rivolgersi a un sarto di Napoli per ottenere «75 cravatte in seta 100% con iniziali personali», altrettante portacravatte, sciarpe e foulard. A cosa siano servite, non viene specificato. Di sicuro, il conto l’ha pagato inconsapevolmente il contribuente. Negli stessi giorni, altri 7596 euro escono per comprare dei gemelli in argento, e 3200 euro per «200 pezzi di vuotatasche similpelle».
«I COSTI DELLA POLITICA»
Durante i quasi dieci anni da consigliere regionale, invece, il leghista Davide Boni sembra aver avuto un vero pallino per due o tre argomenti. Su tutti, «i costi della politica». Con questa un po’ paradossale motivazione Boni ha giustificato decine di pranzi, a detta sua «istituzionali». Il 20 aprile 2012 è sul Garda con il compagno di partito, il governatore Luca Zaia (103 euro a spese della Lombardia, così risulta dalla distinta). Il 22 dicembre 2011, per discutere «dei costi della politica», invita invece a pranzo i sindaci di Abbiategrasso, Magenta, tre consiglieri comunali e provinciali. In dieci, al ristorante Torriani di Milano, tra 5 antipasti (170 euro), secondi di pesce tra cui anche ostriche, e due bottiglie di vino, alla Regione ha fatto spendere 450 euro. Una vera e propria curiosità, Boni sembra averlo anche avuta per la sentenza della Corte Costituzionale «in materia di centri telefonia in sede fissa (phonecenter)». Il 17 dicembre 2008, intorno al tavolo del ristorante Sambuco del prestigioso Hotel Hermitage, Boni chiama i sindaci di Monza, Tradate, Magenta e altri politici locali. In totale risultano 8 persone. Sarà stato il tema ostico dei phonecenter, sarà stata l’atmosfera ricercata, fatto sta che la Regione, per quell’incontro, rimborsa Boni con 922 euro. Solo per gli otto «secondi », il conto è di 325 euro.