Filippo Facci, Libero 20/03/2014, 20 marzo 2014
UNA DICIOTTENNE FA
Il mio collega diceva sempre: «Vedrai quando esploderanno gli scandali sessuali». Mah, gli scandali sessuali: mi sembrava robaccia da americani. Era il 1995, facevamo i pistaioli giudiziari e impazzivamo per carte, cartacce, verbali e le prime intercettazioni. Uno come Mauro Floriani, il marito di Alessandra Mussolini, divenne un mistero avvolto in un enigma. Era capitano della Guardia di Finanza, lavorava per Antonio Di Pietro e conduceva le indagini su Pierfrancesco Pacini Battaglia, il banchiere poi accusato d’aver favorito Di Pietro e viceversa. Poi Floriani finì alle Ferrovie e cioè alle dipendenze di un grande protetto di Pacini Battaglia, Lorenzo Necci. Venne anche fuori che aveva ottenuto un «prestito» di settanta milioni dal banchiere: soldi che, secondo l’accusa, dovevano servire a finanziare la campagna elettorale della Mussolini. Boh, ci fu una richiesta di rinvio a giudizio a Perugia, Floriani fu accusato di corruzione ma tutto è sicuramente finito bene, anche perché non se n’è saputo più nulla. Neppure l’Ansa ne parla, e in ogni caso nessuno ricorda niente: anche se il suo nome è comparso sui giornali per anni, e si ritrova in vecchi libri. È il diritto all’oblio, ed è giusto. La storia di Floriani con una minorenne (una che, nel 1995, non era nata) invece sarà ricordata da qui all’eternità. È la società che abbiamo costruito, forse voluto. «Vedrai quando esploderanno gli scandali sessuali», diceva il mio collega. E io, ora, lo vedo. Lui, intanto, è andato a vivere in Thailandia.