Sergio Romano, Corriere della Sera 20/03/2014, 20 marzo 2014
I SOFFIONI DI LARDERELLO COME USARE IL CALORE DELLA TERRA
Matteo Renzi, da toscano, dovrebbe sapere che a Larderello l’Enel possiede, dal 1930, il «know-how» dello sfruttamento della geotermia per la produzione di energia pulita a costo zero. Inoltre l’Enel da anni costruisce nel mondo intero centrali geotermiche. Come mai non vi sono programmi simili per il territorio italiano dato che dall’Etna in su potremmo produrre e vendere energia elettrica a tutta l’Europa? Esiste il rischio di dover risparmiare qualche miliardo di euro tagliando le importazioni di petrolio, gas e carbone?
Antonio Nastasi, Lodi
Caro Nastasi,
A Larderello, nella provincia di Pisa, l’energia geotermica sfrutta il vapore dei soffioni boraciferi in una zona che fu lungamente studiata da un francese, Jacques de Larderel, negli ultimi decenni del Granducato di Toscana. La prima centrale risale agli inizi del Novecento grazie all’iniziativa di Piero Gironi Conti, è tuttora in funzione ed è certamente una delle più longeve del mondo. Enel ha ereditato la licenza concessa nel 1930 alla società elettrica che operava allora nella zona, ha creato nuovi impianti e fornisce energia a due milioni di famiglie toscane. Per meglio utilizzare questa competenza ha creato una società (Enel Green Power) che ha costruito centrali geotermiche in altri Paesi (fra cui gli Stati Uniti) e ha recentemente annunciato il completamento del Parco eolico di San Judas nello Stato di Bahia, in Brasile. A differenza di quanto accade nella maggior parte dei casi, i suoi tecnici «coltivano» i campi geotermici restituendo alla terra l’acqua dei vapori scaturiti dal sottosuolo e possono così sostenere che la loro energia è rinnovabile.
Esiste la possibilità di sfruttare la geotermia su più larga scala? Un rapporto del Massachusetts Institute of Technology ha calcolato che l’energia geotermica rappresenta l’1% del consumo mondiale, ma ha aggiunto che il calore della Terra potrebbe soddisfare le esigenze energetiche del pianeta per 4.000 anni. Il problema, naturalmente, è quello dei costi. Non tutte le fonti sono facilmente accessibili come i soffioni boraciferi di Larderello e le zone più adatte sono soprattutto quelle in cui le placche tettoniche tendono a sovrapporsi. Ma è probabile che l’interesse per le fonti geotermiche sia destinato a crescere. È interessante, ad esempio, che il governo degli Stati Uniti, negli scorsi anni, abbia chiesto alle sue Forze armate di attrezzarsi per disporre di energie alternative nei casi in cui vi sia una improvvisa penuria di energie convenzionali. L’esercito ha lanciato un bando di concorso e ha scelto cinque aziende a cui chiedere progetti e la loro eventuale realizzazione. Enel Green Power è una di queste.