Azzurra Della Penna, Chi 19/3/2014, 19 marzo 2014
MARINA RIPA DI MEANA I MIEI PRIMI 70 ANNI
ROMA MARZO
Mi chieda dove siamo!». Marina Ripa di Meana conquista il tavolino del bar con passo da granatiere di Pomerania. Quindi sospira: «Un tempo avevo quarant’anni. Un cappuccino, un cornetto e sono già a settanta».
Volpe! Questo è l’incipit del suo ultimo libro Invecchierò ma con calma (Mondadori). «Hanno comprato i diritti in Francia, faranno un film con Monica Bellucci, questo non lo sa nessuno...». Per interrompere il flusso di pensiero-parola di Marina servirebbe una roncola. Proviamo.
Domanda. Ma non dovevo chiederle dove siamo?
Risposta. «Sì, infatti, questo è il caffè della Pace di Roma, è storia e lo vogliono chiudere, ma io mi incateno, l’ho detto e lo faccio»
D. Le crediamo. Davvero, senta...
R. «Quante persone si sono innamorate qui, questo è un posto magico. E poi ci fanno un albergo? E lasciassero il caffè sotto».
D. Catherine Deneuve posa svelata-velata per festeggiare i suoi primi settanta, lei, ora, fa lo stesso...
R. «L’ho conosciuta, ha fatto un film con mia figlia e in quel periodo ci siamo frequentate. Catherine? Mai stata una con l’ésprit, mi stupisce che l’abbia fatto, è un’idea spiritosa e lei non è una donna spiritosa, magari ha un curatore d’immagine più intelligente di lei. Comunque, mi è piaciuto lo spirito e Andrea, mio figlio, mi ha fatto una foto mentre mi vestivo, è stato uno scherzo in famiglia e da lì...».
D. L’età l’ha resa più buona, sa?
R. «Guardi, se prima ero audace, beh, lo sono sempre di più».
D. Torniamo ai suoi primi settant’anni. Marina, le va?
R. «Oh, io ai 70 ci sono arrivata con totale stupore, con tutto che ho avuto momenti difficilissimi e a me non è stato regalato niente» però, la vita è una corsa e io sono sempre in marcia. Dei 70 posso dire una cosa sola: io me li immaginavo molto peggio».
D. In effetti, si girano ancora in tanti a guardarla.
R. «E io penso: “Guardano la carampana”. Però si girano. Non so se è perché sono sempre un viso noto, se è perché ho il tacco e il tocco rosso dei capelli, certo è che se uscissi nature non sarebbe lo stesso».
D. Che ne pensa di Hillary Clinton che molla il colpo, che si lascia fotografare con gli occhiali da miope e tutte le rughe?
R. «Nooooo. Io aborro, questo è un vero sadismo verso se stessi. In ragione di che cosa, poi? Già la vita non ti risparmia nulla. Se poi il Padreterno ti ha dato un aspetto vincente è proprio masochismo. Secondo me facendosi vedere così in pubblico Hillary si è giocata la presidenza degli Stati Uniti».
D. E Marina Ripa di Meana quando mollerà, a 111 anni?
R. «Io? Non mollerò mai!».
D. Con gli sconti over 65 che fa?
R. «Ne usufruisco. E come, ci tengo. Al cinema o al museo, quasi sempre non ci credono e devo tirare fuori il documento (e sono felice)».
D. A proposito di felicità, ma è vero che poco dopo aver sposato Carlo Ripa di Meana lei ha raggiunto la pace dei sensi?
R. «È vero, sì. Ed è vero pure che quando mangi molto caviale, adattarsi a un riso in bianco non è facile. ma vede, io l’eros lo associo a qualcosa di pericoloso, il mio periodo di grande erotismo, vissuto e consumato, è stato quello trascorso con Franco Angeli (alla relazione con il grande pittore, morto a 53 anni, Marina ha dedicato il libro Cocaina a colazione). E io e Franco ci siamo quasi ammazzati. Forse mi solleticava quel rapporto lì, ambiguo e criminale, finito quello non ho provato più lo stesso desiderio: proprio io che non avrei mai concepito una vita senza sesso, sono cambiata. Forse la pulsione erotica una la mette in tante cose, io l’ho messa 5 nelle mie battaglie».
D. Perché spogliarsi, allora?
R. «Mettiamo pure che ci sia una piccola leva di narcisismo».
D. Piccola, piccola?
R. «Sì, una piccola leva di narcisismo sublimata nell’enormità del mio ego, questo glielo concedo».
Marina sorseggia il suo cappuccino e ci pensa un po’ su...
D. Marina che cerca? Una catena?
R. «Magari dopo. È banale, ma è un fatto, ci sono persone giovani che sono vecchissime, io non lo sono e in questo il narcisismo aiuta. E non parliamo di quanto aiuti il volersi “troppo” bene nell’affrontare la malattia: quando mi dicono sei coraggiosa, sei forte, sei brava, io penso di essere più che altro una narcisista (Marina Ripa di Meana ha combattuto e combatte contro un tumore, ndr). Il fatto di reagire, di vivere, di g guardarsi, di rimettersi in ordine, di piazzarsi davanti allo specchio e, magari, di farsi fare una foto, è un atto di rinascita. Questo è tipico femminile, questa capacità di saper rinascere. Sempre... Guardi comincia a calare il sole, ma la luce di Roma, ma chi te la da?»