Maria Giulia Comolli, Chi 19/3/2014, 19 marzo 2014
GIORGIO GORI SIAMO I KENNEDY ALLA BERGAMASCA
MILANO MARZO
Facendogli notare che in queste foto lui e la moglie Cristina Parodi, così graziosi e casual-chic, fanno un po’ JFK e Jackie, l’ex direttore di Canale 5 e fondatore della casa di produzione televisiva Magnolia, sceso in politica nel 2011 a sostegno di Matteo Renzi e da pochi giorni candidato sindaco di Bergamo per il Pd alle elezioni del 25 maggio, accetta il paragone scherzando: «Magari... forse i Kennedy alla bergamasca». E precisa che, se la sua esperienza in tv avrà un peso, sarà nel costruire un buon palinsesto.
D. Perché aspirare a fare il sindaco di Bergamo?
R. «Qui sono nato e cresciuto, qui sta la mia famiglia, vorrei poterla rendere un posto ancora migliore. L’amministrazione, la gestione pratica, è la dimensione più adatta a me».
D. Se Bergamo fosse un format come i tanti usciti da Magnolia, su cosa punterebbe?
R. «L’idea di fondo è rimettere in moto le energie positive che ci sono qui, nelle persone, nelle imprese, nel patrimonio artistico, che può essere molto valorizzato in termini turistici. Un esempio: siamo la patria di Gaetano Donizetti, uno dei compositori d’opera più conosciuti al mondo, e qui non si è allestito un festival degno di questo nome, come si è invece fatto con Rossini a Pesaro».
D. Sua moglie, più vicina al centrodestra, potrebbe diventare “first sciura” di sinistra.
R. «Intanto, la dimensione amministrativa sfuma queste separazioni e appartenenze politiche. Poi, molti hanno in passato creduto nella proposta politica di Berlusconi e si sono ricreduti. Cristina mi è molto vicina ed è stata fondamentale nel decidere se fare questo passo o no, con lei mi confronto tutti i giorni e senza di lei non avrei la sicurezza che mi muove anche in questo momento».
D. E i vostri tre figli?
R. « Non erano mai stati molto interessati alla politica ma questa irruzione nella loro vita familiare li ha contagiati, per cui a un certo punto sono persino venuti a fare volantinaggio, hanno coinvolto gli amici e organizzato un aperitivo con gli studenti. Purtroppo, la maggiore compie 18 anni solo a giugno e non potrà votarmi».
D. Quando lei dirigeva Canale 5 e Cristina Parodi conduceva il tg e a Verissimo, qualcuno diceva: “Certo, è la moglie del direttore”. Adesso diranno: “È la moglie del sindaco”».
R. «A parte gli scongiuri che sto facendo mentre parliamo, siamo ancora nella fase in cui dicono di me che sono il marito della Parodi. Lei è un volto più popolare di me, io mi sto cimentando con la dimensione pubblica da poco. In molti quartieri capita che io faccia un discorso e poi qualcuno mi dica: “Ho capito, ma quando arriva Cristina?”. C’è anche chi chiede di mia cognata Benedetta Parodi».
D. Nel 2011 un altro bergamasco, il giornalista Vittorio Feltri, la definì un fighettino di sinistra.
R. (ride) «Ma sì, perché lui è uno di destra e deve un po’ “infamare”, seppure sempre simpaticamente».
D. Vista la sua esperienza con Matteo Renzi, anche a Bergamo può servire un “rottamatore”?
R. «Mi vedo più costruttore che rottamatore, visto che mi porto dietro una formazione da architetto. In passato ho affrontato così la costruzione di palinsesti e programmi, oggi vedo il lavoro amministrativo come la costruzione di una casa dalle fondamenta».
D. Lei è anche molto esperto di tv. Ora che ne è fuori, quale impressione ha della tv attuale?
R. «Mi pare un periodo non ricco di innovazione, ci sono stati momenti più scoppiettanti, anche se non voglio fare quello che dice: “Era meglio quando c’ero io”, infatti apprezzo la crescita di alcuni canali digitali e satellitari. Ho poco tempo e per necessità guardo più che altro programmi di attualità e politica. Ma mi faccio tenere aggiornato su X Factor e MasterChef da Cristina e i ragazzi».
Si tratta di due formai adattati da Magnolia: i primi amori non si scordano mai?