Matteo Brega, La Gazzetta dello Sport 19/3/2014, 19 marzo 2014
SQUINZI: «PIÙ ITALIANI IN CAMPO PER IL BENE DELLA NAZIONALE»
MILANO Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria: «Quello che conta non è la nazionalità del capitale ma la nazionalità di chi concepisce i prodotti e poi li produce con le mani». Giorgio Squinzi, proprietario del Sassuolo: «Forse i miei colleghi nel calcio dovrebbero mettersi una mano sul cuore: quest’anno mi è capitato di vedere il Sassuolo con 11 italiani in campo sfidare squadre composte da 11 stranieri». L’imprenditore presidente e il proprietario appassionato si fondono nel giro di pochi minuti alla fine della conferenza di presentazione della Mce (Mostra Convegno Expocomfort) alla Fiera Milano di Rho. D’altronde il calcio è una parte del tutto, ovvero dell’economia che traina il Paese. E il Sassuolo, che ha speso una decina di milioni solo a gennaio per rivoluzionare la rosa, è il club di A che più utilizza giocatori italiani. Dei 37 schierati, 28 sono nati qui: è il 75,7%. Un dato decisamente più alto di tutti gli altri, perché al secondo posto c’è l’Atalanta con il 64,3%, staccata di 11 punti percentuali. Poi le genovesi alla pari (60%). «Andrebbero riviste le regole per sostenere il vivaio italiano - ha aggiunto Squinzi -. Lo dico da proprietario di una squadra di A che quest’anno diverse volte ha giocato con una formazione completamente italiana contro una completamente composta da elementi stranieri. E non starei a puntualizzare su comunitari o extracomunitari». Insomma, l’Italia, in quanto sistema e Nazionale, agli italiani.
Stranieri oltre il 50% Le parole di Squinzi non sono gettate a caso. I numeri dicono che finora in A il 55,8% dei calciatori (314) è nato fuori dall’Italia e solo il 44,2% (249) entro i confini. È bene precisarlo che i casi come quello di Paletta vengono considerati stranieri, perché altrimenti dovrebbero essere presi in considerazione gli altri al contrario, come Acquafresca, nato a Torino e in possesso anche del passaporto polacco. Il discorso di Squinzi parte da una considerazione sensibile, consapevole del fatto che la libera circolazione dei lavoratori è uno dei principi fondamentali dell’Unione europea. Quindi dovrebbero essere i proprietari a puntare sul nostrano. E guardando la classifica al contrario forse dovrebbe essere l’Inter la prima a dare l’esempio. Solo l’11,1% dei 27 schierati da Mazzarri è nato in Italia (3 in tutto); un gradino sopra la Fiorentina (17,2%, 5 su 29) e poi il Napoli (18,5%, 5 su 27). Ma il calcio italiano può sburocratizzarsi come l’economia e la politica? «È possibile, certo - aggiunge Squinzi - ed è anche auspicabile. Non si tratta di cambiare le persone, bensì la mentalità».
Sassuolo e Milan Il campo intanto dice che il Sassuolo ha conquistato 4 punti nelle ultime 2 giornate interrompendo il disastro Malesani. Ma lei lo richiamerebbe? «Lasciamo stare, sono questioni vecchie, non commento. Pensiamo a salvarci». E il suo Milan? «Ah beh, lui si salverà sicuramente...».