Simonetta Scarane, ItaliaOggi 19/3/2014, 19 marzo 2014
HOLLYWOOD, FUGA DAGLI STUDIOS
Hollywood ha fatto appena in tempo ad archiviare la cerimonia per la consegna degli Oscar che subito è scattato l’allarme per la diminuzione della produzione di film in California. Sui nove arrivati alla «nomination» soltanto uno è stato prodotto negli studi cinematografici del Golden State: Her (Lei), film con la voce di Scarlett Johansson che aveva un budget modesto, di 25 milioni di dollari. Tra il 2004 e il 2012 in California è diminuito dell’11% il personale legato al mondo del cinema. La tendenza inquietante è contenuta nel recente rapporto del Milken Institute: al top, nel 2004, 128 film erano stati girati in California e 50 a New York che ha continuato la sua acesa come set. Fra i suoi grattacieli ora viene girato il 25% delle pellicole. Di recente la Disney ha annunciato che investirà 200 milioni di dollari (144 milioni di euro) per una serie televisiva con il super eroe Marvel: 60 episodi di un’ora ciascuno che hanno fatto felice il governatore dello stato, Andrew Cuomo, perché l’iniziativa porterà lavoro per 3 mila persone e 400 saranno a tempo pieno. L’emorragia da Hollywood sta avvantaggiando anche altri stati, dal Texas al Nuovo Messico, alla Louisiana. E le produzioni stanno emigrando anche dagli Usa verso il Canada. Così, il responsabile dell’ufficio produzione cinematografica e televisiva di Los Angeles, Ken Zifren, ha chiesto al governatore dello stato, Jerry Brown, di aumentare in maniera considerevole il programma di sgravi fiscali da 100 milioni di dollari (74 milioni di euro). Una richiesta subito contrastata dagli oppositori, che sostengono che i ricchi studios di Hollywood non hanno bisogno di nuovi regali fiscali, ma, piuttosto, devono ridurre i loro costi come tutte le industrie sottoposte a concorrenza. Il governatore non ha ancora preso posizione.