Giampaolo Visetti, la Repubblica 19/3/2014, 19 marzo 2014
MICHELLE A PECHINO DA MISS PENG È LA DIPLOMAZIA DELLE FIRST LADY
Per ricomporre una coppia scoppiata ben prima del fidanzamento, Xi Jinping e Barack Obama puntano sull’intercessione delle signore. Cina e Usa, dopo quella del ping-pong, inaugurano la diplomazia delle First lady, affidando a due tra le cento donne più influenti del pianeta la missione di appianare gli attriti tra i mariti.
L’intesa Xi-Barack, fiaccata dalle divergenze su tutti i dossier internazionali, è al livello più basso. I due leader si incontreranno in Olanda a fine mese, in occasione della prima visita ufficiale del presidente cinese in Europa, mentre in aprile toccherà a Obama volare in Asia per frenare l’ascesa della Cina e rallentare il tramonto dell’influenza Usa nel Pacifico. Prolungare il gelo nella primavera però costa troppo, tanto più se anche tra le compagne, nuove star del soft power globale, il feeling non è mai sbocciato. A rompere gli indugi è dunque Michelle Obama, che oggi, su invito della moglie di Xi Jinping, l’ex cantante folk Peng Liyuan, atterra a Pechino per il suo primo viaggio in Cina.
Ad accompagnarla per una settimana ci sono le figlie, Malia e Sasha, e la madre, Marian Robinson. Visita nel segno di cultura e volontariato, tra la capitale, Xian e Chengdu, ma già nel mirino in patria per un’agenda vuota occasioni in cui condannare censura e violazione dei diritti umani. L’obbiettivo reale di Michelle è però personale e politico e parte dalla necessità di far dimenticare la gaffe degenerata in un clamoroso sgarbo diplomatico. Lo scorso giugno Xi e Peng visitarono l’America centrale e Obama invitò la coppia per un weekend in un ranch della California. Vertice in maniche di camicia, per rompere il ghiaccio e tentare di diventare amici. La propaganda di Pechino presentò l’incontro come storico, il debutto di una First lady cinese sulla scena internazionale dopo la tragica fine dell’ultima moglie di Mao. Michelle e Liyuan furono messe a confronto come miss, dal look al successo da single, per misurarne fascino e simpatia, fino al disastro.
Alla vigilia dell’incontro più glamour dell’anno, la signora Obama comunicò che a una cena con la collega cinese preferiva le feste di compleanno delle figlie, alla Casa Bianca. Scusa inverosimile, oltre che fuori tempo massimo: in Cina, per partito e popolazione, fu un mezzo dramma. Il trionfale esordio di Peng Liyuan sul palcoscenico più ambito saltò, la sua presenza nel tour americano diventò ingombrante e Pechino definì la scelta di Michelle «una imbarazzante mancanza di sensibilità».
L’invito della signora Xi in Cina, questa volta esteso per sicurezza anche a Malia e Sasha, viene descritto ora dai media di Stato come una gentilezza in risposta ad uno sgarbo, ma pure come una sottile vendetta orientale, che costringe la First lady Usa ad una «visita riparatrice», quasi una missione a Canossa. Peng Liyuan, al fianco di Michelle tra la Grande Muraglia e l’armata dei guerrieri di terracotta, può riprendersi la scena sfumata un anno fa, tanto più in patria, aspettando l’ospite nella Città Proibita. La signora Obama ha invece il compito di «ricostruire fiducia», di anticipare al marito l’umore del leader rosso, ma pure di «imporre il volto felice degli Usa a quello triste della Cina». Gentilezze tra consorti, se non fosse che da oggi un pezzo del destino globale è affidato alla sintonia tra due prime donne, obbligate a diventare amiche non solo per ragion di Stato.