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 2014  marzo 19 Mercoledì calendario

BENZINA E RESIDENZA TRUCCATA LO STIPENDIO VOLA A 35 MILA EURO NELLA "RIMBORSOPOLI" LOMBARDA


C’è una busta paga che, grazie a rimborsi automobi-listici gonfiati, arriva a 35 mila euro. Ci sono gli stipendi da 10 mila euro per «il volantinaggio della Lega a Lecco», garantiti al neogenero — di professione operaio — del capogruppo in Regione del Carroccio. Ma anche spese folli per promuovere lo sci a Ponte di Legno. Solo alcuni esempi tratti dalle oltre 50 mila pagine di allegati che la procura di Milano ha messo a disposizione dei 64 tra consigliere ed ex della Regione Lombardia finiti indagati per truffa e peculato.

I RIMBORSI AUTO
Gli sperperi — quasi 3,5 milioni di euro quelli accertati — si sarebbero per l’accusa consumati senza il benché minimo controllo all’interno delle mura del Pirellone. Basta citare il caso del più volte assessore del Carroccio, e per ultimo vice presidente del Consiglio Regionale, Davide Boni. Per lui, l’accusa è truffa. Secondo le indagini, «a partire dal 2003 e fino al 2010», avrebbe fatto risultare la sua residenza a Sabbioneta, in provincia di Mantova, dove è nato. In realtà, hanno scoperto gli investigatori, dallo stesso anno, insieme alla famiglia risiede nella casa intestata alla moglie, a due passi dal Tribunale di Milano. Un raggiro? Per essere certi di questo dato, la procura ha interrogato perfino la portiera dello stabile. «Sin dal 2003 — cristallizza la signora Anna Teresa a verbale — il signor Boni usciva tutte le mattine intorno alle 8 e 10 insieme alla moglie e al figlio. Era sempre tanto gentile nel salutarmi e chiamarmi per nome». E poi, ricorda la precisissima portinaia, «il signor Boni era solito andare a ritirare l’auto in un box poco distante». Lo «scherzetto» della falsa residenza, ai cittadini lombardi è costato un «botto». Boni, per la procura di Milano, in questo modo faceva risultare di percorrere, ogni giorno di lavoro al Pirellone, 286 chilometri per andare e venire da Sabbioneta. Per fare un solo esempio, nella busta paga di gennaio 2011, vengono calcolati in una unica rata, 12 mila euro sotto la voce «rimborsi spese di trasporto». Che si vanno così ad aggiungere al resto del compenso raggiungendo gli oltre 35 mila euro netto in busta paga.

VOLANTINAGGIO D’ORO
Corrado Paroli, classe 1976, da Lecco, di carriera scolastica non ne ha fatta molta. Ha la terza media e fa l’operaio alla Norda: è «addetto all’imbottigliamento delle acque minerali». Ma, dal maggio 2010, la sua vita ha una svolta. Sposa Laura Verdiana Galli, figlia dell’allora capogruppo alla regione del Carroccio Stefano Galli. Nonostante il lavoro in fabbrica, a Paroli viene data una consulenza con la Regione Lombardia da 189 mila euro. Il 20 dicembre 2012, viene convocato come teste dagli investigatori della Finanza, che nell’inchiesta sugli sperperi dei rimborsi regionali, chiedono conto del contratto e della cifra esorbitante. «Si tratta di attività di propaganda per la Lega Nord commissionata direttamente da mio suocero», spiega il testimone. «Sostanzialmente, mi occupo di volantinaggio in favore della Lega e di mio suocero, a Lecco». Ma come si può conciliare questa occupazione, con i turni alla Norda? «A volte lo faccio anche di notte».
Il volantinaggio a favore del Carroccio viene pagato piuttosto bene: 10 mila euro al mese. E questo è solo uno dei migliaia di casi scoperti dall’inchiesta dei pubblici ministeri milanesi Alfredo Robledo, Paolo Filippini e Antonio D’Alessio.

IL BANCHETTO DI NOZZE
Che l’ex capogruppo leghista Galli avesse fatto spendere alla collettività il banchetto di nozze proprio della figlia Laura Verdiana con Paroli (prezzo «6.180 euro» per 101 invitati), era un fatto noto. Quello che gli uomini del Nucleo di polizia tributaria hanno scoperto indagando dopo, è che a essere raggirato sembra essere stato lo stesso genero. Perché il banchetto al ristorante «Toscano» di Lecco, l’operaio della Norda — oggi indagato per truffa proprio per la storia dei volantini — lo ha pagato di sua tasca, «con due assegni tratti da due diversi conti bancari». Aggiungendo che «non sono a conoscenza di come mio suocero sia di fatto venuto in possesso dello scontrino». Anche se su una cosa Paroli è sicuro al 100%: «Mio suocero non mi ha mai rimborsato né ha restituito la somma a mia moglie». Strapagato per i volantini, irritato con il suocero per lo sgarbo del banchetto. «Nulla sapevo — precisa — del fatto che mio suocero avesse presentato in Consiglio la ricevuta da me pagata, e devo dire che la cosa per certi versi mi ha anche offeso».

LA PROMOZIONE DELLO SCI
Non è stata da meno l’opera svolta per promuovere il turismo dell’ex assessore Monica Rizzi (sempre della Lega nord). Ad agosto del 2010, la Rizzi presenta — e ottiene — un rimborso per le sole spese di vitto da oltre 5 mila euro, per la visita a Ponte di Legno, una volta noto e ambitissimo ritrovo estivo di Umberto Bossi e dei suoi fedelissimi. La Rizzi — per cui la procura ha chiesto comunque l’archiviazione ma ha investito del caso la Corte dei Conti — fa pesare sulle spalle della Regione Lombardia il soggiorno all’Hotel Mirella (solo per lei 1700 euro). Ospiti «il presidente e vice presidente, due responsabili commerciali e tre addetti stampa della società Adamello Ski». La finalità la «presentazione progetto infrastrutture sciistiche».
L’opera di prevenzione è importante. Non c’è dubbio. Nel febbraio del 2010, l’assessore del Pdl alla Protezione civile Stefano Maullu (anche lui non indagato), «in un «incontro di resoconto lavoro svolto a seguito del sisma in Abruzzo», ha incontrato 26 volontari della protezione civile in un hotel di Bollate. Il conto? Per 26 aperitivi sono stati pagati 338 euro.