Sergio Romano, Corriere della Sera 19/3/2014, 19 marzo 2014
SANZIONI CONTRO PUTIN ATTENTI ALL’EFFETTO BOOMERANG
Visto che le promesse sanzioni faranno solo il solletico alla Russia, che cosa succederebbe se la Nato bloccasse gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli ?
Oreste Mazzi
oreste.mazzi@gmail.com
Caro Mazzi,
Il blocco degli Stretti sarebbe un atto di guerra e giustificherebbe un reazione militare della Russia. Quanto alle sanzioni, non credo che sarebbero prive di effetti. Non appena annunciate, negli scorsi giorni, avevano subito provocato il ritorno in Russia di capitali che temevano di restare congelati all’estero. Gli interessi sulle obbligazioni russe erano aumentati, il rublo aveva perso valore rispetto al dollaro e la Banca Centrale russa avrebbe collocato altrove parte delle obbligazioni americane di cui è proprietaria. Un finanziere ha detto recentemente al Financial Times: «Le sanzioni provocano burrasche economiche anche prima di essere adottate. Bastano, per scatenarle, le aspettative dei mercati». Sempre secondo il Financial Times i dieci più ricchi miliardari russi avrebbero perduto nel corso di una settimana, dal 10 al 15 marzo, la somma di 6 miliardi e 600 milioni di dollari.
Non è tutto. L’effetto delle sanzioni, caro Mazzi, dipende dalle dimensioni della vittima. Vi è una grande differenza, ad esempio, tra l’Iran e la Russia. Nella fase peggiore dei suoi rapporti con le potenze occidentali, il primo era economicamente disarmato, non poteva reagire minacciando pesanti ritorsioni, poteva soltanto cercare di aggirare le sanzioni con qualche sotterfugio. La Russia, invece, è un gigante del petrolio e del gas, ospita imprese europee e americane che possono lavorare soltanto in un contesto politico e sociale non turbato da potenziali conflitti. Ha un considerevole numero di nuovi ricchi che depositano il loro denaro nelle banche europee e lo spendono comprando case e ville, poderi agricoli e squadre di football, aziende e partecipazioni azionarie. Se scrupolosamente applicate, le sanzioni colpirebbero la Russia e danneggerebbero la sua economia. Ma non la priverebbero della possibilità di chiudere qualche gasdotto e interrompere rapporti di collaborazione utili a entrambe le parti, come i negoziati in corso sulla Siria e sul nucleare iraniano.
Nel corso di un recente convegno a Berlino l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder ha detto che «le sanzioni, in primo luogo, distruggono ciò che esisteva e che occorrerà poi riparare; e, in secondo luogo, che danneggeranno noi più della Russia». Sappiamo che Schröder è amico di Putin e personalmente interessato alla collaborazione economica russo-tedesca. Ma questo non gli impedisce di avere ragione.