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 2014  marzo 19 Mercoledì calendario

AMICI «Siamo amici, ci conosciamo da una vita, ci supportiamo l’un l’altro, in questo momento ancor di più

AMICI «Siamo amici, ci conosciamo da una vita, ci supportiamo l’un l’altro, in questo momento ancor di più. C’è anche una scommessa in ballo su chi arriverà più lontano in classifica. Vediamo che cosa diventerà in futuro questo legame. Io sto bene» (Flavia Pennetta e il suo rapporto con Fabio Fognini). BACIO «Avevo 14 anni, ero una giovane promessa e nel mio circolo c’era una ragazza che mi piaceva, si chiamava Milène. Un giorno, dopo l’allenamento, si è avvicinata per farmi i complimenti e poi mi ha dato un bacio. Era il mio primo bacio» (Yannich Noah) UOMINI «Gli uomini non capiscono, non siamo sempre uguali. In questi 12 anni sono cambiata. Non tutti i giorni si somigliano e io sono sensibile. A volte sono negativa e pessimista, non ho voglia di fare niente e a lui prende la paura. In quei giorni non tollera che non abbia voglia e mi spinge, psicologicamente mi frusta. E io mi blocco» (Tina Maze e il rapporto con il suo allenatore-compagno Andrea Massi). PROCURATORI «Galliani è un grandissimo dirigente, ma non è in grado di capire i giocatori. Fa tutto lui e questo non è possibile. Se ti affidi sempre agli stessi procuratori, a uno in particolare, una volta può farti fare l’affare, altre no» (Paolo Maldini). GESTAPO «Il futuro di Livaja dipende solo da lui. Ha enormi potenzialità. Deve capire che l’Atalanta non è la Gestapo, ma ha delle regole che vanno seguite» (l’allenatore dell’Atalanta Stefano Colantuono). ASILO «Se non vinco la Coppa del Mondo, devo chiedere asilo in Kuwait» (il ct brasiliano Felipe Scolari). PULITO «Armstrong appartiene al passato. Il ciclismo ha subìto danni gravi dal doping. Continuare su quella linea avrebbe prodotto la rovina. Chi ama il ciclismo lo sa bene. Oggi in tutto il movimento vedo la voglia di fare un ciclismo pulito» (Bradley Wiggins). COLTELLATE «Alle ferite da “coltellate alle spalle” ho preferito rispondere come sempre, con il silenzio. Ho la coscienza a posto. Quando cammino per le strade di Roma i tifosi, laziali e non, mi fermano ancora per dirmi: “Lei Petkovic è un gran signore!”. Questo per me è il riconoscimento più importante di una carriera, in cui ho combattuto affinché a vincere sia la normalità»(l’ex allenatore della Lazio Vladimir Petkovic).