Diego Gabutti, ItaliaOggi 18/3/2014, 18 marzo 2014
TROTSKY: «CON IL COMUNISMO L’UOMO DIVENTERÀ INCOMPARABILMENTE PIÙ FORTE, SAGGIO E ARMONIOSO. L’UOMO MEDIO RAGGIUNGERÀ LA STATURA DI ARISTOTELE, GOETHE, MARX»
Lev Davidovic Brontejn, passato alla storia delle rivoluzioni come «Trotsky», suo nome di battaglia e de plume, fu ucciso nell’agosto del 1940 a Coyoacán, a sud di Città del Messico, da un killer stalinista, lo spagnolo Ramón Mercader, al quale l’Unione sovietica tributò pubblici onori ancora nei primi anni sessanta, ben dopo il XX congresso e la destalinizzazione. Trotsky, quando la picozza dell’assassino lo colpì, stava lavorando all’ennesimo libro sul suo grande nemico, Stalin, il Padre dei popoli: una raccolta d’articoli intitolata I gangster di Stalin. Stava lavorando, già che c’era, anche a una biografia poco riguardosa di Stalin, nella quale accusava il gran khan georgiano d’avere assassinato (tra gli altri) anche lo stesso Lenin, e fu forse proprio questa biografia in progress a convincere Stalin che era venuta l’ora di chiudere il conto al rivale in disgrazia.
Di quest’ultimo libro, una biografia incompiuta e non esattamente scientifica, circolano diverse edizioni, anche in italiano (la più recente: Stalin, in Lev Trotsky, Opere scelte, Prospettiva edizioni 2008, pp. 320, 28,00 euro). Dei Gangster di Stalin, che uscì postumo, in prima edizione, nel 1940, e che fu tradotto in inglese soltanto nel 1977, esce oggi la prima traduzione italiana nei Quaderni di «Pagine Marxiste», pp. 236, 16,00 euro.
Non è un libro di teoria politica marxista, del tipo che l’ex commissario bolscevico alla guerra era solito scrivere, e non è neppure un pamphlet sulla «rivoluzione tradita», un genere letterario di cui magari non fu lui l’inventore ma di cui Trotsky fu certo un maestro. Sono appunti sulla guerra tra la polizia segreta stalinista e la Quarta internazionale, tra i militanti trotzkisti e i funzionari stalinisti in giro per il mondo. È la sceneggiatura d’un film giallo e d’una spy story. Ci sono agenti della Ghepeù che lasciano la casa madre e si rifugiano in Occidente. E ci sono talpe della Ghepeù infiltrate nei ranghi trotskisti (e nella stessa casa del fondatore dell’Armata rossa).
Scrive Trotsky, e sembra di leggere Eugène Sue: «Negli ultimi anni la Gpu ha sterminato in Urss centinaia di miei compagni, compresi membri della mia famiglia: La Gpu ha ucciso in Spagna il mio ex segretario Erwin Wolf e molti miei compagni di partito; a Parigi mio figlio Lev Sedov, dopo due anni di persecuzioni da parte dei sicari di Stalin. A Losanna, in Svizzera, la Gpu ha ucciso Ignace Reiss, che era passato dalla Gpu alla Quarta internazionale. A Parigi gli agenti di Stalin hanno ammazzato un altro dei miei ex segretari, Rudolf Klement, il cui cadavere è stato ritrovato decapitato nella Senna». Non meno intriganti degli articoli e degli appunti firmati da Trotsky sono le note e l’introduzione dell’edizione italiana: la forma è forse un po’ caotica, qua e là c’è più retorica che sostanza, ma il quadro degli ultimi giorni di Trotsky risulta debitamente romanzesco.
Quel che non trovate qui, lo trovate in altri libri, o anche solo su Wikipedia: la commissione d’inchiesta presieduta dal filosofo John Dewey che smonta le accuse dei processi di Mosca, gli amorazzi di T. con Frida Kahlo, pittrice e moglie del pittore Diego Rivera, che da stalinista s’era fatto trotskista e che, dopo il fattaccio, tornò stalinista.
PS: il mondo non sarebbe stato migliore se T. avesse trionfato su Stalin anziché vicerversa. Si legga qui di seguito per capire di che pasta era fatto (e che testa à la Scientology aveva) l’uomo che sterminò «come conigli» i marinai anarchici di Kronstadt nell’inverno del 1921: «Col comunismo, l’uomo diventerà incomparabilmente più forte, saggio, acuto. Il suo corpo diventerà più armonioso, i movimenti più ritmati, la voce più melodiosa. Le forme della sua esistenza acquisteranno una eccezionale potenza drammatica. L’uomo medio raggiungerà la statura di Aristotele, Goethe, Marx. A quote ancora più alte s’ergeranno nuove vette» (Lev Trockij, Letteratura e rivoluzione, 1924).