Maria Teresa Meli, Io Donna 15/3/2014, 15 marzo 2014
UN ALLIEVO PROMETTENTE
Formalmente, è “solo” il sottosegretario all’Editoria. Il che, ovviamente, non è poco. Anzi. Ma il non ancora trentaduenne Luca Lotti da Empoli in realtà è ben di più. È il braccio destro e sinistro di Renzi. Il mister Wolf del presidente del Consiglio. Quello che risolve i problemi, soprattutto quando sono particolarmente delicati. Però, al contrario del personaggio del film di Quentin Tarantino, Lotti non è né cinico né distaccato. E le questioni che deve affrontare non hanno certamente nulla a che vedere con quelle di cui si occupa l’Harvey Keitel di Pulp Fiction. Ma l’abilità nel trovare una soluzione per ogni imprevisto, nel muoversi in tutti i mondi, dopo soltanto un anno che fa il parlamentare, è identica. Anche se fisicamente non gli assomiglia affatto: viso da
putto con gli occhi miti, il sottosegretario all’Editoria; faccia da duro e sguardo gelido, Mr. Wolf. Lotti, però, ha avuto un ottimo “maestro” ed è per questo che ha imparato in fretta. Un “maestro” che ha capito subito le potenzialità dell’allievo.
Era il giugno del 2006 quando l’allora presidente della Provincia di Firenze Renzi mandò a un suo consigliere un sms che cambiò la vita di Lotti (e semplificò quella dell’attuale premier). Questo il testo: “Quel Luca che mi hai presentato alla festa della ceramica,
ha mica voglia di fare esperienza in Provincia? Se ha le “palle”, come mi hai detto, in poco tempo te lo formo a dovere, fammi sapere”. E il consigliere in questione glielo ha fatto sapere.