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 2014  marzo 15 Sabato calendario

M5S, NEL MEET UP IMPAZZA L’ANIMA NERA DEI CINQUESTELLE

Una matrice di estrema destra nel Movimento 5 Stelle l’avevamo intuita da tempo. Dai «Vaffa» come parola d’ordine e titolo di un meeting, ai «me ne frego», ai «boia chi molla» nell’aula della Camera. Nel partito della rete immaginato da Grillo e Casaleggio non esistono indirizzi, luoghi fisici. Nella realtà laziale tuttavia un luogo virtuale esiste, ed è il MeetUp 878. È questo il luogo da cui sono stati votati, scelti, supportati e spinti sino ai vertici del Movimento alcuni nomi noti tra cui Paola Taverna, Roberta Lombardi, Alessandro Di Battista.

I suoi membri, 556, sono soprannominati «i manganellatori del Movimento» che «mettono in riga» i «buonisti» di sinistra. Buonismo. «Supercazzola di sinistra». O anche «immondizia ipocrita», sempre di sinistra. Per protestare contro la rielezione di Napolitano Beppe Grillo si mise in viaggio verso Roma, e un giro di telefonate della Questura «gli fece cambiare idea» perché si sparse la voce che «i militanti di Forza Nuova» erano pronti a unirsi alla piazza e fare da «servizio d’ordine».

Già, con Forza Nuova non sono pochi i collegamenti. Ultimo in ordine cronologico il neo-economista di Grillo, tale Eugenio Benetazzo «economista di chiara fama» che partecipa al «congresso nazionale di Forza Nuova», e la cui ricetta per uscire dalla crisi è nazionalizzare le banche. Leader indiscusso del gruppo 878 è Ernesto Leone, attivo in rete col nome di Tinazzi. Il suo ruolo guida nel tenere tutti «fedeli alla linea» con la barra a destra emerge pubblicamente poche ore dopo il voto dei due senatori del M5S in commissione Giustizia a favore dell’emendamento che abroga il reato di clandestinità. Molte ore prima del post di Grillo Ernesto Leone scrive: «Questa è una scelta grave e seria che alcuni nostri parlamentari hanno compiuto in buona fede, ma che doveva essere discussa e votata sul portale del movimento... È un invito a venire allegramente in Italia... Fate quello che vi pare, ma non prendetemi per il culo».
Senza un territorio, contenitore di quei pasdaran della linea ortodossa di Grillo e Casaleggio, il MeetUp 878 è il circolo di riferimento per alcuni eletti, soprattutto di Paola Taverna e Alessandro Di Battista (che partecipa spesso alle loro riunioni). Oggi Leone dichiara di lavorare per il Movimento. Si definisce «dirigente d’azienda con ampia autonomia nella piccola industria», ha collaborato con l’ex sindaco di Albano Laziale, Marco Mattei, Pdl, che accusò la sinistra di essere ipocrita a non far seppellire Priebke nella sua Albano.

IL TINAZZI DEL WEB
A firma di Andrea Palladino il manifesto del suo MeetUp recita testualmente: «Da tempo si è assunto il ruolo di manganellatore all’interno del M5S». A chi lo accusa di essere di destra il «Tinazzi del web» replica: «Il paradigma è sempre lo stesso se non sei di sinistra sei di destra. Sbagliato: se non sei di sinistra né di destra o sei nel movimento o lo sei a tua insaputa». Sarà vero? C’è una straordinaria assonanza, di nuovo, con Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, che afferma: «Oltre la destra e oltre la sinistra: Forza Nuova». Già, «oltre», come il nome dell’ultimo tour di Grillo.

L’elenco dei 556 attivisti del gruppo di Leone è blindato e accessibile solo a chi entra nel circolo. La loro mission è espellere dal movimento chi non si allinea: «La base M5S non vede l’ora di andare a nuove elezioni per liberarsi di non tanti (ma nemmeno pochi) cialtroni che ha messo dentro e che nulla c’entrano col movimento 5 stelle», scriveva Ernesto «Tinazzi» Leone il 13 agosto scorso. L’obiettivo è isolare chiunque non segua l’indicazione di Grillo e Casaleggio, che puntavano alle elezioni anche a costo di mantenere il Porcellum. A Roma sono stati appoggiati da questo gruppo Pietro Calabrese, Dante Santacroce, Andrea Aquilino, candidati alla Regione Lazio. Tutti e tre li ritroviamo nella querela dell’avvocato Piccarozzi, un attivista che ha redatto alcuni punti del programma del M5S, nei confronti di Roberta Lombardi. Lei e alcuni attivisti avrebbero aggredito Piccarozzi, la cui presenza non era gradita alla riunione riservata dell’11 gennaio a cui era stato invitato da Grillo. Si legge nella querela: «Ilaria Loquenzi, sollecitata dalla Lombardi di cui è collaboratrice, ha tentato di impedire il mio ingresso alla conferenza spingendomi fuori, all’indietro, mettendomi una mano sul petto». Lombardi avrebbe insistito, «accompagnata da Dante Santacroce, suo collaboratore e attivista M5s Roma, candidato alla Regione Lazio. I due si sono diretti verso di me e il Santacroce mi afferrava in maniera decisiva e violenta, mentre ero seduto al tavolo. Mi strattonava e tirava per farmi alzare e allontanare dalla riunione gridando testuali parole: tu non puoi stare qui, devi andartene. Hai capito? Altrimenti sono guai».

Nella querela il racconto continua: «Terminata la riunione, appena Grillo è andato nella propria stanza, io e un mio collaboratore di studio siamo stati accerchiati nella hall dell’hotel. Erano almeno dieci, tutti appartenenti al M5s. Fra loro c’erano: Pietro Calabrese, Dante Santacroce, Andrea Aquilino (tutti e tre candidati alla Regine Lazio); Nicoletta Ferraro, più altri attivisti». Calabrese «si è avvicinato in modo minaccioso... puntandomi un dito sul naso e dicendomi: “Te faccio vede’ io come ce se comporta nel Movimento, perché qui decidemo noi”». E così gli altri, Ferraro, Aquilotti, avrebbero minacciato Piccarozzi, che dice di essere stato salvato dal personale dell’hotel. Ma le minacce sarebbero continuate il 15 gennaio, quando un uomo si sarebbe presentato fuori dallo studio di Piccarozzi con «la tasca del soprabito rigonfiata da un oggetto» ma, «accortosi di essere stato fotografato dal querelante è fuggito ripreso dalle telecamere».

I COMMENTI CANCELLATI
Questa storia, di un anno fa, venne pubblicata anche sul sito di Grillo e qualcuno commentò: «Non mi piace sta’ cosa. Si stanno formando dei Gruppi che si muovono autonomamente, senza rendicontare una cippa». L’autore del commento è stato cancellato.
Nonostante il MeetUp 878 sia chiuso, alcuni dei suoi utenti sono noti e hanno dei ruoli organizzativi ben precisi in rete. Manuela Bellandi è attivissima, ha molti profili fake, e coordina anche l’attività di vari troll (disturbatori e provocatori) su twitter. Qualche giorno fa il suo locale utilizzato più volte per ospitare le riunioni locali della formazione politica Prodotto Non Conforme venne chiuso dalla Questura di Lucca perché risultato ritrovo abituale di «persone pregiudicate o pericolose». Anche il suo motto è simile a quello di Ernesto Leone (e di Roberto Fiore): non ideologie di sinistra o di destra, ma idee.

Più che attivo, gestore e fondatore di gruppi privati su Facebook è Alberto Magarelli, tecnico informatico esperto di web e di reti. Il quale interviene di recente anche sul tema delle espulsioni: «La sfiducia del territorio ai portavoce sta andando sempre più di moda ed in particolare riguarda parlamentari M5S», scrive Magarelli che vede il pretesto per mascherare «scontri interni fra gruppi dominanti e minoranze qualificate». E precisa: «Beppe Grillo ha ben poche responsabilità sulle espulsioni. Cura i problemi. Non si è fatto nulla per prevenirli, inserendo sconosciuti e miracolati con poco M5S o nulla alle spalle».

IL FEELING CON LA LEGA
Il cerchio magico stretto attorno a Grillo e Casaleggio sta puntando a recuperare i voti in fuga della destra populista. A cominciare dalla Lega nord. Avevamo già visto l’alleanza sui temi economici che Casaleggio aveva stretto con i piccoli imprenditori veneti della Confapri - think tank veneto diretto dall’imprenditore Massimo Colomban. Dalle commissioni parlamentari, fino ai dibattiti pubblici i fedelissimi richiamano temi cari al centrodestra, da quello delle tasse come l’Irap, l’imposta «rapina» che Grillo voleva abolire all’indomani della sua personale cartella esattoriale da 520mila euro. E oggi degli immigrati.
Da anni, poi, Grillo spara ad alzo zero contro le rappresentanze sindacali, tanto da proporre un «non sindacato» fotocopia del «non movimento». I militanti del nord est di stretta osservanza - come l’ex consigliere comunale di Treviso David Borrelli - non negano di puntare a raccogliere il consenso tra i leghisti delusi, buona fetta dell’attuale base elettorale grillina. Del resto Gianluca Pini, vicepresidente del Carroccio alla Camera conferma i legami tra le due dirigenze al Nord: «Già da tempo ci sono contatti nei territori del Nord tra il nostro elettorato e la nostra dirigenza e quella locale del Movimento 5 stelle» - rivela ad Agorà. Chi non accetta la linea - come Paola De Pin, uscita dal gruppo del Senato qualche mese fa - viene bastonato dal quel «popolo della rete» del gruppo 878: «Ha tradito il suo elettorato, è un’opportunista e basta, mi auguro solo che l’abbia fatto per i soldi di cui spero abbia un estremo bisogno», è uno dei commenti sulla pagina Facebook del meetup di Ernesto Leone Tinazzi. Stessi toni verso i recenti espulsi.

Alle volte addirittura prima che sul blog di Grillo venga pubblicato il post di espulsione. Il gruppo dei manganellatori della rete è lì, coordinato dal MeetUp 878, e c’è chi afferma che il Tinazzi a 5 stelle e i suoi rispondano direttamente a Casaleggio, anche con report settimanali.