Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 16/3/2014, 16 marzo 2014
POLIZIA, CARABINIERI E VIGILI DEL FUOCO IL PIANO PER TAGLIARE 700 MILIONI SARANNO SOPPRESSI OLTRE 300 UFFICI. SEDI IN AFFITTO TRASFERITE IN CASERME DISMESSE O IN IMMOBILI DEL DEMANIO UN INVESTIMENTO UNICO PER IL RINNOVO DEL PARCO MACCHINE
Chiusura di circa 300 presidi, centrale unica per gli acquisti, disdetta dei contratti di affitto con trasferimento degli uffici negli immobili demaniali. Il governo mette a punto il piano tagli in materia di sicurezza e recepisce le linee predisposte dai vertici di polizia e carabinieri. L’elenco delle sedi da chiudere o accorpare è stato trasmesso a prefetti e questori che adesso dovranno effettuare le proprie valutazioni. Ma le linee sono tracciate, già individuati — città per città — i reparti che saranno soppressi. E anche l’obiettivo di risparmio: 600 milioni di euro soltanto per le forze dell’ordine ai quali vanno aggiunti almeno 100 milioni di euro che invece deriveranno dalla riorganizzazione dei vigili del fuoco. I sindacati sono però sul piede di guerra e in vista della riunione convocata dal ministro Angelino Alfano per il 25 marzo prossimo, il Sap avverte: «Altro che spending review, così si mette a rischio la capacità di indagine e dunque la protezione dei cittadini».
Polizia postale e ferroviaria
Sono decine e decine i presìdi di Postale e Ferroviaria che saranno eliminati seguendo il principio di accorpare le risorse e dunque puntare sugli uffici centrali. Nel dettaglio la lista comprende 72 sezioni della Postale, 52 squadre nautiche, 72 sezioni della Ferroviaria. Ma saranno soppressi anche i Rips, Reparti di intervento della polizia stradale di Milano, Roma e Napoli. In tutto fanno 265 sezioni di polizia, ai quali si aggiungono 7 compagnie e 17 stazioni dell’Arma. Si agisce nelle grandi città, ma anche nei paesi, si tagliano alcuni commissariati importanti come quello di Colleferro e Frascati, si eliminano anche le squadre a cavallo.
Sulla polizia i tagli incideranno in maniera più pesante perché il piano di ristrutturazione dei carabinieri era già stato avviato nel 2005 con la soppressione di 343 reparti, tra cui 8 compagnie, 47 stazioni, 12 posti di frontiera, 94 siti navali, 2 entrali operative e 4 centri trasmissione. E soprattutto perché, come risulta ufficialmente dalle relazioni trasmesse proprio in questi giorni a Palazzo Chigi, il riordino ha consentito di recuperare circa 10.600 uomini. Forze necessarie visto che polizia e carabinieri da tempo subiscono il blocco del turn over e dunque non hanno personale giovane da poter impiegare.
Niente affitti e auto di servizio
Le indicazioni in materia di sicurezza del commissario Carlo Cottarelli — incaricato dal governo di incidere sulla spesa pubblica in maniera drastica — puntano soprattutto sull’eliminazione dei costi doppi. E naturalmente su quelli che sono ritenuti veri e propri benefit come le auto blu. I dirigenti e i direttori dei dipartimenti del Viminale non potranno più godere della macchina di servizio, mentre tutti gli uffici distaccati che attualmente si trovano in palazzi presi in affitto dovranno essere spostati nelle caserme dismesse o comunque negli immobili del Demanio. Nuove regole anche per quanto riguarda gli acquisti. La decisione è quella di comprare mezzi e apparecchiature in un unico blocco in modo da poter accedere alle agevolazioni previste in casi del genere. L’esempio più calzante riguarda le auto di servizio: il cambio del parco macchine dovrà avvenire attraverso un unico investimento per polizia, carabinieri e Guardia di Finanza proprio per poter razionalizzare l’impiego dei fondi.
Si tratta di linee guida ribadite durante la riunione che si è svolta due giorni fa a Palazzo Chigi. «Non c’è alcuna volontà di far scendere il livello di sicurezza — chiarisce il sottosegretario all’Interno Giampiero Bocci — ma soltanto di eliminare gli sprechi e le sovrapposizioni. Non a caso questo piano è frutto di un lavoro coordinato tra le varie forze di polizia che ha come obiettivo primario quello di razionalizzare, certamente non di effettuare tagli indiscriminati. Infatti l’operatività del progetto è demandata esclusivamente ai ministri competenti che consultano il capo della polizia e il comandante generale dei carabinieri, così come i responsabili nazionali dei vigili del fuoco».
La protesta dei sindacati
Non usa mezzi termini il segretario del Sap Gianni Tonelli per stigmatizzare quanto sta accadendo e avverte: «La vera finalità è raccattare qualche denaro per la spending review allo scopo di compiacere e acquietare il governo affinché non intraprenda processi di riforma che scardinerebbero l’attuale assetto dell’apparato sicurezza, mettendo in discussione e pericolo le posizioni di rendita e le prospettive di carriera delle gerarchie interne alle varie forze di polizia. Tutto questo eliminando uffici strategici come quelli della informatica, che indaga su reati Internet, truffe bancarie online, pedopornografia e cyberbullismo». Secondo il Sap «chiudere gli uffici della polizia informatica in città come Padova, Brescia, Ferrara, Modena, Prato, Avellino, Catania metterà in seria difficoltà gli investigatori».
Di tutto questo si parlerà nella riunione già convocata da Alfano, anche se i margini di manovra appaiono piuttosto stretti. I tempi fissati da Palazzo Chigi sono infatti molto brevi e le indicazioni precise: «Entro l’estate la riorganizzazione deve essere completata».