Aldo Grasso, Corriere della Sera 16/3/2014, 16 marzo 2014
E GERRY SCOTTI RINUNCIÒ AL FUTURO (IMMERITATO) VITALIZIO
Pareva generosità ed era impazienza. Durante la confessione pubblica nel salotto del cardinal Vesponi, Matteo Renzi ha fatto un’importante e decisiva rivelazione: «Mi ha scritto su Twitter Gerry Scotti. Lui è stato parlamentare per cinque anni e vorrebbe rinunciare al vitalizio, ma non può. Lo aiuteremo». È bello sapere che il nostro premier, fra mille impegni, trova anche il tempo per dare una mano a Gerry, al suo nobile intento. E infatti, via Twitter , il dottor Scotti ha cinguettato: «Grazie Matteo per aver reso pubblico il mio appello. In questo momento tutti devono dare una mano, piccola o grande che sia». E poi: «Una precisazione dovuta: rinuncio ad un vitalizio previsto solo al compimento dei 65 anni, quindi tra 8. A tutt’oggi non ho percepito nulla». E poi ancora: «Grazie a tutti. È solo un piccolo gesto di fronte ai sacrifici di tanti». Pare che Matteo Santo Subito gli abbia risposto: «È la tua risposta definitiva? L’accendiamo?».
Com’è noto, Virginio Scotti detto Gerry, 57 anni, personaggio simbolo di Mediaset e tra i conduttori più amati della tv italiana, è stato eletto alla Camera alle Politiche del 1987, candidato nelle file del Psi di Bettino Craxi. La sua carriera di deputato è finita cinque anni dopo, nel 1992.
Pareva generosità, ma era impazienza. Dell’attività alla Camera si ricordano ben poche cose e, da allora, per sua stessa ammissione, lo zio Gerry si porta dietro la macchia dell’assenteismo: «Ammetto di non aver brillato per presenze da deputato». La sua idea più singolare (1988) fu questa: «Perché non collegare il Parlamento con sedi periferiche?». Una sede al Nord e una al Sud per consentire ai parlamentari di votare e di non andare neanche a Roma. Gli assenteisti non hanno mai ragione, ma preservano la salute.
Lo zio Gerry è un simpatico e bravo presentatore; in passato si è persino lamentato con Mediaset che lo faceva lavorare troppo, specie quando gli ascolti latitavano. Più volte è stato richiamato in campo come salvatore della patria. Sicuramente avrà messo da parte una cospicua fortuna (fa molta pubblicità), per cui a un piccolo e immeritato vitalizio si può anche rinunciare, soprattutto se serve a migliorare la reputazione. A fare i conti s’impara sempre dai ricchi.