Marco Travaglio, Il Fatto Quotidiano 16/3/2014, 16 marzo 2014
IL MONARCA INCOSTITUZIONALE
1) Il politologo Roberto D’Alimonte, consulente di Renzi per l’Italicum (il cugino primo del Porcellum, scritto a quattro mani con Verdini), racconta che a gennaio, all’inizio della trattativa con B., il Turbopremier pensava al modello elettorale spagnolo. Ma il Sovrano fece subito sapere che non se ne parlava. Ora, poco importa se l’Ispanicum fosse meglio o peggio dell’Italicum: ciò che conta è che un presidente della Repubblica, mentre il Parlamento discute una legge, non ha alcun potere di interferire. E in quella fase la cosiddetta moral suasion non può esistere. L’art. 74 della Costituzione è chiaro: il capo dello Stato promulga le leggi o, se non gli garbano, le rispedisce al mittente con messaggio motivato. Ma dopo che le Camere le hanno approvate. Prima, tace. Napolitano invece s’impiccia, e non lo può fare.
2) Per la seconda volta in otto mesi, Napolitano scavalca il Parlamento per dettargli la linea sull’appalto multimiliardario per l’acquisto dei cacciabombardieri F-35 prodotti dalla Lockheed e sconsigliati come pericolosi persino dal Pentagono. Nel giugno scorso la Camera approvò la mozione Sel-5Stelle che stoppava i nuovi acquisti in vista del responso di un’inchiesta parlamentare. Il 3 luglio Sua Maestà riunì il Consiglio supremo di difesa e proclamò che “la facoltà del Parlamento non può tradursi in un diritto di veto su decisioni e provvedimenti che, per loro natura, rientrano tra le responsabilità costituzionali dell’esecutivo”. Balle: la legge 244 del 2012, promulgata forse a sua insaputa da Napolitano, assegna proprio alle Camere – non al governo né tantomeno al Quirinale – l’ultima parola sulle spese militari “straordinarie”, così come su quelle ordinarie che completino “programmi pluriennali finanziati nei precedenti esercizi con leggi speciali”, anche per evitare “nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Proprio il caso degli F-35. Ora l’indagine parlamentare è conclusa e la relazione di maggioranza del Pd consegnata a Renzi – come ha rivelato il Fatto – chiede di dimezzare il programma F-35 a vantaggio del più efficace e meno costoso piano Eurofighter. La ministra Pinotti ha accennato a un “ripensamento dei grandi progetti avviati” e l’entourage del premier ha ipotizzato un taglio agli F-35 per “coprire” le sue mirabolanti promesse. Riecco dunque il Monarca Ficcanaso che riconvoca per mercoledì il Consiglio di Difesa: all’ordine del giorno “le criticità relative all’attuazione della legge 244”. Cioè, siccome una legge funziona e restituisce al Parlamento le giuste prerogative, il Colle si attiva per svuotarla e fare come se non ci fosse. Ma non può farlo. Se la legge 244 non gli piaceva, poteva rinviarla alle Camere. Invece l’ha promulgata e ora se la tiene.
3) Fedele Confalonieri rivela al Foglio che il 5 settembre, quando fu ricevuto da Napolitano, questi si disse pronto – con “un giro di parole” – a graziare B. Ma a una condizione: “Avrebbe dovuto ritirarsi”. E B. naturalmente rifiutò. Erano trascorsi 34 giorni dalla sua condanna definitiva per frode fiscale e già il capo dello Stato trafficava per graziarlo. Purtroppo non poteva: la sentenza della Consulta n. 200/2006, che modifica il potere del Presidente in materia, stabilisce che la grazia “esula da ogni valutazione di natura politica” e può essere concessa esclusivamente per “mitigare o elidere il trattamento sanzionatorio per eccezionali ragioni umanitarie”. Ma per B. non si poneva alcuna esigenza umanitaria (non rischiava né rischia lunghi anni di galera: solo nove mesi di domiciliari o di servizi sociali). Infatti Napolitano voleva graziarlo per valutazioni prettamente politiche, addirittura ponendogli condizioni squisitamente politiche (il ritiro dalla vita pubblica). Calpestando così la Consulta e la Costituzione. Naturalmente né la notizia 1, né la 2, né la 3 hanno fatto notizia. Il presidente della Repubblica continua a infischiarsene della Costituzione, ma che sarà mai. Una volta più, una volta meno...