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 2014  marzo 17 Lunedì calendario

COCAINA PER POLITICI E ATTORI LA DAMA BIANCA CHIEDE DI PARLARE TREMA LA ROMA DEI FESTINI


NAPOLI — I suoi segreti fanno paura. E intorno al suo nome si fa il vuoto. Se davvero Federica Gagliardi, l’ex dama bianca al seguito di Silvio Berlusconi, fermata giovedì a Fiumicino con 24 chili di cocaina purissima stipati nel suo trolley, è stata reclutata da una rete di trafficanti internazionali, come ritiene la pubblica accusa, aveva tutte le carte in regola per diventare Lady droga. La dama preferita dai narcos, e forse anche da consumatori eccellenti di coca.
I MILLE VOLTI DI FEDERICA
Frequentatrice del mondo dello spettacolo e della finanza, amante della bella vita con puntate costanti tra Ibiza, Saint Tropez, Formentera, in contatto con attrici, soubrette, cantanti, dalla Caprioli alla Mosetti con cui cinguetta continuamente su Twitter (tutti ovviamente estranei all’inchiesta), soprattutto ben introdotta ai piani alti della politica. Colpisce, sempre tra i tweet, l’annuncio che avrebbe partecipato al convegno su usura e crimine tenuto lo scorso giugno alla Scuola superiore di polizia: «Interverrò anche io come esponente di Alleanza democratica», scrive. Prima, c’era stata la stagione delle incredibili missioni internazionali al fianco del Cavaliere, nel 2010 (tappe prima al G8 di Toronto, in Canada, poi a Panama e in Brasile), fino all’amicizia con lo spregiudicato Francesco Maria Orsi, ex fidatissimo consigliere del sindaco di Roma Alemanno, oggi sotto processo per una truffa da un milione e già prosciolto da accuse per festini di droga con prostitute.
LA POSSIBILE SVOLTA
Il nome della Gagliardi ora scotta. «Amici? No mai», dicono tutti quelli che l’hanno frequentata, aiutata a scalare posizioni. Trema la Roma dei salotti, della politica e dello showbiz. Anche perché si apre la settimana che potrebbe essere decisiva per l’inchiesta napoletana che ha portato alla sua cattura. Lei, da una cella di Civitavecchia, inoltrerà nelle prossime ore la richiesta di essere interrogata dal pm, come conferma il suo avvocato Nicola Capozzoli. Filtra poi la notizia che gli indagati sarebbero una decina. Tra loro, la Finanza avrebbe individuato il broker internazionale, mediatore dei megaacquisti di coca, cui sarebbe molto legata la Gagliardi.
L’OMBRA DI UN GIRO DI ESCORT
Ma chi è l’uomo che rifornisce la Gagliardi? E che rapporto ha con le mafie italiane? La rampante Federica è in uno stato di prostrazione quando racconta la sua versione, dal carcere: «Ero andata in Sudamerica per accompagnare un uomo di affari in viaggio di lavoro. A Caracas ero ospite di ambienti governativi, funzionari di Stato. Ma, prima di lasciare l’albergo, mi è stato detto che avrei dovuto portare dei documenti. Mi sono fidata. Solo a Fiumicino, aperto il trolley, ho capito che l’avevano manomesso». Federica potrà dimostrare, come spiega al suo legale, che è stata vittima di un clamoroso colpo di ignoti trafficanti? Se non fosse così, l’indagata eccellente rischia una condanna pesantissima: oltre dieci anni di carcere. Chissà che non provi a fare mente locale sui suoi ricordi.
Intanto, da Napoli, il pm Pierpaolo Filippelli continua a monitorare i clan di camorra, dal cui “ascolto” è nata tutta l’inchiesta. Sullo sfondo potrebbe esserci anche un giro di escort romane. Ambienti attraversati da ragazze pronte a tutto pur di non perdere il loro tenore di vita.
IL MISTER X ALLO SCALO
Una sola certezza, in mano agli inquirenti. «Se una persona sbarca da Caracas e sa di avere 24 chili di cocaina nel trolley, sa anche un’altra cosa: che qualcuno la salverà dai controlli», ragiona una fonte qualificata. Si rafforza l’ipotesi che ci fosse un mister X nello scalo, un uomo che avrebbe subito prelevato il carico o condotto la Gagliardi verso il passaggio “Staff only” che porta direttamente all’uscita dei voli senza passare per i varchi, tantomeno per l’olfatto dei cani antidroga. E chissà se è stata un’altra talpa, o solo la soddisfazione di chi opera sul sequestro choc, a far trapelare la notizia che l’inchiesta madre è a Napoli. Dettaglio che non doveva uscire: se fosse rimasto segreto, avrebbe regalato più vantaggio agli inquirenti. «C’è stato comunque un danno limitato», fanno sapere dalla procura.
LO SCARICABARILE TRA VIP
Ma com’è possibile che una stagista introdotta nella politica diventi trafficante di coca? Domanda da girare a chi l’avrebbe notata nel comitato elettorale dell’allora candidata Renata Polverini. Molti hanno puntato il dito su Giulio Violati, imprenditore bene (e marito dell’attrice e produttrice Maria Grazia Cucinotta). Ma lui è categorico: «È un’assoluta sciocchezza che sia stato io a portare la Gagliardi nel comitato della Polverini, chiaro? Lo smentisco definitivamente». E allora, chi? «Lei venne presentata alla lista civica “Insieme cambiamo” dall’allora consigliere comunale, con delega all’Ambiente di Roma, Francesco Maria Orsi. Io non so null’altro. E sono stufo di esser tirato in ballo, ho figli che non meritano questi assurdi imbarazzi, come non li merita mia moglie».
IL TRAMITE CON BERLUSCONI
“Repubblica” gira allora la precisazione ad Orsi. Personaggio controverso, secondo molti proprio l’uomo che avrebbe presentato Federica a Berlusconi, il quale aveva apposto la propria firma sui manifesti elettorali di Orsi. Il consigliere finisce nei guai nel 2011: prima un giro di droga e festini con prostitute (posizione poi archiviata), poi l’inchiesta su una colossale truffa da un milione per fantomatiche case mai consegnate agli acquirenti (procedimento per il quale è stato invece rinviato a giudizio). Anche Orsi va su tutte le furie. «Violati dice questo? Uffa, ’sta Gagliardi? Che palle!». Scusi? «Io l’ho incontrata lì al comitato. Non so chi la portò». Eppure si dice che uscivate insieme. «Ma no, c’erano mille persone, quel comitato dietro Piazza del Popolo era un hangar». L’ha rivista poi, Federica? «Non so niente della piega che ha preso la sua vita. Ma so, ad esempio, che di recente, aveva lavorato per un candidato che sosteneva Ignazio Marino sindaco di Roma. Insomma, era tornata dal lato del Pd». Lo ha visto lei? «No, ma me lo hanno riferito persone di cui mi fido».