AN. C., Libero 16/3/2014, 16 marzo 2014
TEDESCHI CONTRO I PAESI IN CRISI MA CI GUADAGNANO 2,6 MILIARDI
I reietti d’Europa (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia), si sa che a Berlino non sono visti di buon occhio però rendono bene. Per l’esattezza 7,3 miliardi comprando Bot, Bonos e titoli greci. Il vecchio programma di acquisto pilotato (denominato Securities markets programme, Smp) di titoli dei Paesi in crisi - fortemente voluto nel 2010 dall’allora presidente della Bce Jean Claude Trichet - ha fatto discutere tantissimo (e portato alle dimissioni anche un paio di esponenti tedeschi fortemente contrari all’in - tervento), solo che oggi arriva un dividendo di tutto rispetto per la Banca centrale di Francoforte e, a cascata, per tutte le banche nazionali, a cominciare proprio dalla Bundesbank. All’epoca le istituzioni finanziarie furono costrette dal programma Spm ad acquistare miliardi di titoli “spazzatura”, o almeno allora considerati tali. Gli Stati emittenti, ovviamente, nel frattempo non sono falliti e quindi oggi distribuiscono ricchi dividendi che fanno bella mostra nel bilancio 2013 della Bce.
Negli ultimi 48 mesi Italia, Spagna, Portogallo e Grecia pur di far acquistare i rispettivi titoli pubblici hanno promesso interessi ghiotti. La scommessa, insomma, ha ripagato, e stando ai bilanci della Bce, nel complesso gli investimenti hanno fruttato un utile complessivo di 7,3 miliardi di euro. Alla Buba sono andati oltre 2,6 miliardi di agio, che portano l’utile complessivo della banca centrale tedesca a 4,6 miliardi.
La Bce ha come azionisti proprio gli istituti centrali che se ne ripartiscono l’azionariato, proprio come una qualsiasi società per azioni: la Buba detiene il 18,9%, poi ci sono la Banque de France (14,22%), e anche la nostra Banca d’Italia che detiene il 12,50% dell’azionariato.
La Banca centrale europea, a dicembre 2013, aveva in pancia 185,7 miliardi. Di cui: 89,7 miliardi di titoli italiani, 38,8 miliardi della Spagna, 27,7 miliardi della Grecia, 19,8 miliardi del Portogallo e 9,7 miliardi dell’Irlanda. Insomma, visto che la vita media di questi titoli è di circa 4 anni, c’è da ipotizzare - con una buona approssimazione - che anche i bilanci futuri risentiranno della scommessa finanziaria effettuate sui Pigs (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna).
Il paradosso è che proprio con i quattrini raggranellati investendo sui titoli dei Pigs, ora il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schäuble, ha intenzione di ridurre il debito pubblico della Germania. Quello del 2013 per la BundesBank è, per gli amanti delle statistiche, un risultato finanziario ben sette volte maggiore di quello dell’anno precedente, quando proprio a causa della crisi gli utili erano stati di appena 664 milioni di euro. Ma anche scorrendo indietro negli anni si scopre che la grande crisi dei titoli sovrano ha fatto mettere a segno a Berlino il migliore andamento finanziario dal 2008 (quando l’attivo fu di 6,3 miliardi).
È bene ricordare che la Buba, col suo 18,9%, è il principale socio di riferimento della Banca centrale europea, poi seguono la Banque de France (14,22%) e quindi da Bankitalia (12,50%). E via via tutte le altre banche centrali europee con quote minori. Insomma, la crisi ha fatto anche del bene. Ma ai bilanci dei tedeschi.