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 2014  marzo 16 Domenica calendario

DON MAZZI SI CONVERTE «ASSOLVO GLI ASSASSINI NON LE TOGHE ANTI-CAV»


E’ più facile perdonare un assassino che i magistrati che distruggono le vita delle persone con sentenze ingiuste. Come hanno fatto con Silvio Berlusconi. E chi fa un’affermazione del genere? Daniela Santanchè forse, la pasionaria di Forza Italia? O Niccolò Ghedini, l’avvocato storico del Cavaliere? No, lo dice, oggi, don Antonio Mazzi a Klaus Condicio, la rubrica online condotto da Klaus Davi. Lo storico fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti Exodus, sollecitato dalle domande di Davi, ha infatti dichiarato, riferendosi alle annose vicende giudiziarie dell’ex premier: «Secondo me è stato perseguitato dai magistrati. È una magistratura che ha giocato sull’uomo, come anche in altri casi, diciamocelo ». Don Mazzi insiste: «Questa magistratura per certi versi la amo, per altri la critico. È venuto il momento in cui tutti coloro che hanno giudicato Berlusconi si facciano un serio esame di coscienza su quello che ha fatto. Mi riferisco a tutti i magistrati».
Poi arriva un giudizio netto: «I giudici hanno commesso peccati imperdonabili. Sarei capace di perdonare chi ammazza qualcuno se chiede il perdono, ma un magistrato che ha in mano un potere così forte e che lo usa solo per suo interesse, commette un peccato grave. Non capisco perché si possano usare attenuanti nei riguardi di pedofili e assassini seriali, e poi ci si accanisca contro Berlusconi». E sempre parlando di perdono, lui, da prete dedito alla misericordia, non avrebbe esitazioni: Silvio «non l’ho mai giudicato, anzi, io lo assolverei in cinque minuti» per i suoi peccati, e del resto don Mazzi si dice certo che «per un verso l’uomo è stato sottovalutato, e ha sviluppato parte più superficiale di se stesso, ma ha grandi qualità e verrà rivalutato».
Solo qualche mese fa, quando Berlusconi venne condannato in via definitiva, don Mazzi ha annunciato di essere pronto ad accoglierlo in comunità, per la «riabilitazione » e lo ha fatto con le seguenti parole: «Io vorrei tanto averlo fra i miei ragazzi, non come atto di cattiveria, ma per lavorare alla sua redenzione. Vorrei essere io a buttarlo giù dal letto la mattina e a invitarlo a rimettere a posto lenzuola. Vorrei che facesse silenziosi e umili lavori manuali, a partire dalla pulizia del bagno». Anzi, ai microfoni di Piero Chiambretti su Radio 2 si “ . era sfogato ben bene, dando un consiglio spassionato anche alla fidanzata di Berlusconi, Francesca Pascale: «Vada a lavorare a Napoli, in pizzeria». Secondo don Mazzi, infatti, «si vede bene che quello di Berlusconi con la Pascale è tutto tranne che amore. Lui adesso deve dire basta. Deve liberarsi di tutte quelle donnacce che ha avuto intorno finora. Deve smettere di fare il personaggio idolatrato e cosìanche noi smetteremo di maledirlo ». E poi ecco l’aldilà che don Mazzi augurava a Berlusconi: «Un paradiso, ma un paradiso dove Silvio Berlusconi deve cucinare per i magistrati».
Un mese dopo Silvio è passato al contrattacco, durante un comizio, parlando di vera e propria umiliazione da parte del prete. «Vuole farmi pulire i cessi», aveva tuonato indignato all’epoca Berlusconi, probabilmente rincuorato dall’inattesa presa di posizione di don Mazzi, che oggi continua a dichiararsi disposto a ospitare il Cavaliere in comunità, ma con qualche variante nel programma di recupero: «A Silvio farei fare gruppi di ascolto con i ragazzi. Credo che potrebbe dare e ricevere umanamente, e che potrebbe imparare, come anche insegnare ai ragazzi che hanno sofferenze immense. Farebbe bene ai ragazzi perché è un uomo di valore, e a loro farebbe sicuramente bene».