Goffredo Buccini, Corriere della Sera 15/3/2014, 15 marzo 2014
LA RUSSA E LE ACCUSE AL FIGLIO: «SUA NONNA GLI HA SEMPRE VOLUTO BENE C’È UNA REGISTRAZIONE CHE LO PROVA»
Geronimo, ti voglio bene. Come in tutte le Dynasty che si rispettino, spunta la telefonata segreta: in questo caso registrata, con la voce della nonna. La serbava come un caro cimelio il giovane La Russa: adesso, chissà, potrebbe perfino diventare un’arma nella lite ereditaria che ormai sembra opporlo, a mezzo stampa, allo zio Libero Cottarelli, detto Bibo. Una verità contro l’altra, tutto per una polizza da 175 mila euro: bella somma che, in un giro di lasciti milionario, impallidisce alquanto. Geronimo, secondo una lettera di sua nonna Lidia Peveri del 12 aprile 2011 di cui dà conto L’Espresso , si sarebbe fatto intestare quella polizza nell’agosto 2010 abbindolando l’anziana signora; e lei, scoperto il trucco, avrebbe scritto quelle righe piene d’amarezza verso l’amato nipote: «Ebbi la tristissima sorpresa di essere stata ingannata». Il vecchio combattente Ignazio La Russa, in viaggio in Inghilterra, ruggisce sdegno paterno nel cellulare: «Mio figlio Geronimo ha la prova in mano che la nonna non ce l’aveva con lui!».
Davvero?
«Già. Lei lo chiamava ancora nell’ultimo anno dalla Romania, dove poi è morta in una casa di riposo. Lui ha una sua telefonata registrata».
Scusi, La Russa, perché suo figlio registrava le telefonate con la nonna?
«Perché voleva capire come stava laggiù. Sospettava che volesse tornare e non le fosse permesso. E la telefonata è ben successiva alla lettera, Lidia è morta a ottobre 2013».
Proviamo a fare chiarezza. Lidia Peveri ancora in vita ha diviso il consistente patrimonio immobiliare tra i due figli, Bibo e Marica, che è la sua ex moglie e la mamma di Geronimo.
«E immagino quanto sia inferocita adesso. Lei non sopporta di comparire. Anzi, vorrei fare una premessa».
Facciamola.
«Sono contrariato. Mio figlio non fa politica, ma qualsiasi cosa faccia va sui giornali. Per questo parlo in sua vece. Lo tirano in ballo per... colpa mia ».
Capita ai figli dei politici, tanti privilegi e qualche seccatura, suvvia.
«Non a tutti. Mio figlio è amico del figlio di Tremonti, per dire, ma del figlio di Tremonti non leggo mai nulla».
Vedremo se si può rimediare, intanto veniamo al punto. Come nasce questo intrigo?
«Guardi, ieri l’avvocato di Bibo ha chiamato Geronimo avvisandolo di ciò che stava per uscire, è pacifico che dietro questa lettera ci sia l’intervento dello zio».
Parenti serpenti, dice lei, eh?
«Bah, con me è sempre stato addirittura deferente, Bibo. Invece con la sorella Marica, la mia prima moglie, ha rotto i rapporti. Marica gli rimproverava di avere abbandonato la sua prima moglie e la figlia di primo letto, Flaminia. Bibo ha ancora avuto due mogli filippine, è andato a vivere in Paraguay, in Romania, ha aperto un’azienda agricola, ha un’altra figlia che si chiama Appia e a cui è andata poi la polizza da 175 mila euro, passata infine alla seconda moglie filippina».
Accidenti, è una vera soap.
«Sia serio».
Siamo seri. Come spiega la lettera della nonna contro Geronimo? Il punto, per noi poveri italiani, è quello: suo figlio.
«Io non so se sia stata dettata. Non accuso Cottarelli. Magari non è vera, magari la nonna s’è convinta a farla. So che non c’è alcuna ragione per la quale esista quella lettera».
Lo dice lei, cuore di padre.
«No, lo dicono i fatti. La telefonata di cui le ho detto. E anche il testamento di Lidia: è del 21 settembre 2011, successivo alla lettera, e non si fa alcun riferimento contro Geronimo. Al contrario c’è un riferimento ad Appia. La nonna se ne dice delusa, tant’è che poi la polizza passa alla nuova moglie filippina di Bibo».
Quindi la polizza salta fuori col testamento?
«Sì. Geronimo mi dice che la nonna aveva insistito per intestargliela. Lui pensava ancora di essere il beneficiario. Bibo gli ha detto: ti sbagli, è cambiata. Poi gli ha chiesto di firmare l’accettazione del testamento, e già allora minacciava qualcosa sui giornali, mi sembra di ricordare».
E noi ricordiamo che questa è sempre la sua versione, naturalmente.
«È la verità. Geronimo ha detto che accettava a una condizione: che metà dei soldi della polizza andasse a Flaminia, la figlia di primo letto che era stata dimenticata. Così è stato. Ma la ruggine dev’essere rimasta. Guardi, questa sarebbe una classica lite di famiglia, io non c’entrerei proprio nulla».
Com’è finita in Romania nonna Lidia?
«Seguiva il figlio. Bibo l’ha portata prima in Paraguay e poi lì. Lei lo adorava. Io non gli muovo accuse. Ma secondo me non è stata un’idea molto intelligente farle girare il mondo in aereo gli ultimi anni».
Da papà e da avvocato cosa ha suggerito a Geronimo?
«Usa il metodo La Russa: non litigare mai per soldi».
Beh, beati voi: bisogna poterselo permettere.
«Noi in famiglia queste beghe non sappiamo cosa siano, sono davvero in imbarazzo. E Geronimo non merita il trattamento che gli fate sulla stampa».
Chiamandolo Geronimo, ne ha fatto una vittima predestinata di Fiorello. La vecchia passionaccia di voi ragazzi neri per gli indiani d’America, eh?
«Veramente io volevo chiamarlo Antonino, come mio padre. Geronimo piaceva a sua madre».
E dunque?
«Lui all’anagrafe è Antonino Geronimo. Poi in famiglia ha vinto lei».