Fulvio Abbate, Il Fatto Quotidiano 15/3/2014, 15 marzo 2014
RIECCO ELISABETTA GARDINI, LA BROCHURE DI SE STESSA
L’altro giorno a Coffee Break, su La7, ospite di Gaia Tortora, c’era una donna castana, piacente, e con gli occhiali: montatura sottile, sguardo acuminato. Provo a metterla a fuoco, e subito, d’intinto, penso: ma io, questa qui, mi sembra di conoscerla, non dirmi che… Era Elisabetta Gardini. Il sottopancia e infine i titoli di coda confermavano che nonostante l’effetto straniante non sognavo: si trattava esattamente di una meteora che, in verità tale non fu mai, viste che le garanzie occupazionali, buon per lei, non sono mai mancate a Elisabetta. Tiro dunque un sospiro di sollievo, e intanto mi stropiccio le palpebre rassicurato, e qui il pensiero subito si perde nelle galassie della narrazione berlusconiana che precede addirittura “l’amaro calice” del Cavaliere, quando, così almeno mi sembra di ricordare, Elisabetta si ritrovò a essere “selezionata” dal Nano in persona come frontwoman per il suo progetto politico-mediatico che innalzava l’idea-regalo della “rivoluzione liberale” . Devo confessare, e la diretta interessata mi scuserà, ma ignoravo il suo impegno come parlamentare europeo, segno che sia Strasburgo sia Bruxelles sono assai lontane dalla percezione geopolitica comune, nonostante i collegamenti periodi dei telegiornali con sfondo blu stellato, nonostante l’impegno della stessa Gardini.
N E L L’ATTESA, Wikipedia mi annuncia che nel 2009 l’onorevole Gardini avrebbe votato contro la norma “anti-assenteisti”, concepita con l’intento di “pubblicare sul web le presenze dei deputati al Parlamento europeo”. Giusto, la privacy è cosa seria, e forse è stato proprio per rispetto di quest’ultima che negli ultimi lustri in molti ci siamo ben guardati perfino di interrogarci su dove la signora si trovasse. Ci tornava in mente giusto la sua veemente disputa con Vladimir Luxuria per l’uso della toilette in Parlamento: “Si faccia tagliare il pisello. Se lo tagli e allora venga pure nel bagno delle donne. Perché non lo fa?”, così Elisabetta nostra ebbe a dichiarare a la Repubblica in quella circostanza. Adesso però Gardini c’è! È in collegamento da Strasburgo, vuoi mettere la percezione della sua esistenza ritrovata, e quel bel ciondolo a forma di cuore che la illumina in viso? Che peccato però essere costretti subito a notare che, nonostante i trascorsi attoriali accanto a Vittorio Gassman e Albertazzi, l’onorevole Elisabetta, nell’esposizione, non sappia sfuggire a uno stile formale che sa di “brochure”: “Un report dell’Unione Europea dimostra che nei paesi dove non ci siano leggi che aiutano la presenza delle donne in politica…” E ancora: “Io quando la mattina penso che ottantamila persone hanno scritto Gardini sulla scheda elettorale…”.
Dimenticavo: chissà cosa avrà pensato il nostro Antonello Caporale, presente lì in studio dell’intera performance. Proprio a lui, a suo tempo, la Gardini consegnò lo sdegno per il “pisello” di Luxuria fuori luogo. E chissà cosa direbbe oggi Gassman di quel certo modo senza cuore di presentare l’azzurro europeo...