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 2014  marzo 15 Sabato calendario

CONSULENZE E INTRECCI PER UNA GARA SU MISURA


Milano Una gara costruita su misura, quella con cui nel 2011 il Comune di Milano ha venduto il 29,75 per cento di azioni Sea (la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa) alla F2i di Vito Gamberale. Questa è l’ipotesi d’accusa che emerge dagli atti depositati a fine indagine dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Protagonisti: Gamberale, l’allora assessore al bilancio del Comune di Milano Bruno Tabacci, il presidente di Sea Giuseppe Bonomi e Alessandro Profumo, in quel momento non banchiere, ma consulente di Sea attraverso la sua società Appeal Strategy.
TABACCI deve fare cassa, per non sforare il patto di stabilità . Decide di vendere una fetta di Sea. Deve concludere entro la fine del 2011. Già nell’estate F2i è in pista per realizzare l’affare. Un’intercettazione realizzata dalla procura di Firenze per tutt’altra indagine registra il 14 luglio 2011 una telefonata tra Gamberale e il suo braccio destro, Mauro Maia. I due parlano della gara Sea. Maia sembra rassicurare il capo che la gara sarà fatta su misura: “Sì sì, ma questo lo faranno per noi, insomma”... “Per un fondo con il profilo uguale al nostro”. Nel settembre i giochi si compiono. Gli investigatori del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano (dove l’indagine approda per competenza territoriale e viene sviluppata, seppur tardivamente) scrivono che “si manifesta l’ingerenza e l’interloquire di soggetti di riferimento della società F2i con consulenti, con soggetti di Sea e della società Milano Serravalle, nonché con alcuni soggetti dello stesso Comune di Milano”.
La Sea il 14 settembre 2011 affida una consulenza alla Appeal Strategy di Profumo, in merito alla cessione di azioni Sea. “Non vi era alcuna ragione ” di farlo, secondo gli investigatori, perché l’operazione riguardava il Comune di Milano. Invece a pagare la consulenza (da 100 mila euro) sulla vendita è il venduto e non il venditore. “Lo scopo di tale mandato conferito da Bonomi” è quello di “assistere il Fondo F2i affinché questo potesse presentare al Comune di Milano la proposta d’acquisto non vincolante, onde consentire all’ente pubblico di poter avviare una procedura di gara pubblica”. Questo garantisce a Bono-mi di “rimanere nell’attuale carica di presidente per altri quattro anni”.
Tra i documenti sequestrati dalla procura spunta, nella posta elettronica di Isidoro Lucciola, professionista romano socio di Profumo nella Appeal, un “accordo di riservatezza stipulato il 15 settembre 2011 tra F2i e Appeal”. Il consulente, pagato dal venduto, il giorno dopo si accorda con l’aspirante compratore, per “fornirgli alcuni dati e informazioni sul gruppo Sea”. “Da quel momento, i rapporti tra F2i (Vito Gamberale e Mauro Maia), Appeal (Profumo e Lucciola) e Sea (Bonomi) diventano continuativi sul tema in argomento. Inoltre a interloquire con i predetti subentrano anche alcuni soggetti del Comune di Milano, Bruno Tabacci e il suo collaboratore Luca Ungaro”. Il 28 ottobre 2011 va deserta la prima gara del Comune per vendere un pacchetto di Sea. Quello stesso giorno F2i, forte della consulenza di Appeal, presenta la sua offerta d’acquisto non vincolante del 20 per cento di Sea e del 18,6 di Serravalle. Gli intrecci continuano : “Ci sarebbero state interferenze di Profumo e Lucciola anche nel corso del procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando: intromissioni che, in buona sostanza, si concretizzavano con veri e propri ammonimenti rivolti a Tabacci e a Ungaro affinché ‘non si tirasse troppo la corda con F2i’”. Quasi un ricatto: l’offerta di Gamberale doveva essere accettata perché “era la sola che avrebbe consentito di fare cassa entro la fine dell’anno” per rispettare il patto di stabilità.
La struttura tecnica del Comune prepara il bando. La funzionaria Mariangela Rimoldi racconta al pm le pressioni di Ungaro, consulente di Tabacci: “Ricordo che in occasione della prima riunione operativa si presentò altresì il dott. Ungaro. Tuttavia io gli precisai che quella era una riunione tecnica, alla quale pertanto non partecipavano soggetti appartenenti all’area politica. Ungaro mi obiettò che lui era il primo collaboratore dell’assessore Tabacci, al che io gli riferii che l’assessore aveva finito il suo lavoro con l’approvazione della delibera e che, pertanto, da quel momento in poi, sarebbe iniziato il mio”.
IL 14 DICEMBRE 2011 F2i vince la gara, offrendo un solo euro in più rispetto alla base d’asta, 385 milioni di euro. Ora l’inchiesta di Robledo si è chiusa, contestando i reati di turbativa d’asta ai soli Gamberale, Maia e all’indiano Behari Vinod Sahai, procuratore della società Srei Ltd. Era l’unica concorrente del fondo di Gamberale, eliminata dalla gara perché, secondo la procura, presentò la sua offerta con un ritardo di dieci minuti, dopo aver stretto un accordo sotterraneo con F2i.