Claudia Guasco, Il Messaggero 15/3/2014, 15 marzo 2014
SCOTTI: RENZI MI HA CHIAMATO ELIMINEREMO QUEL PRIVILEGIO
MILANO Lo dice con una bella risata, ma in fondo l’idea non gli dispiace: «Vorrei che il provvedimento portasse il mio nome anche a memoria futura. Mi sembra che dopo tutti questi anni di insistenze me lo meriti». Virginio Scotti, per tutti Gerry, 57 anni, uno dei presentatori più amati della televisione italiana e punta di diamante di Mediaset, ha una missione: rinunciare al vitalizio che, al compimento dei 65 anni, incasserà per effetto dei cinque anni da deputato (dal 1987 al ’92) nelle file del Partito socialista, ai tempi guidato da Bettino Craxi. Ha inviato al premier Matteo Renzi un messaggio su twitter e ora «finalmente il governo si sta muovendo».
Si sarebbe mai immaginato di diventare un caso politico?
«Era ora. Una volta all’anno, per almeno vent’anni, ho chiesto al presidente del Consiglio che quel vitalizio mi venisse levato. Io, nella mia carriera in tv, ho versato i contributi all’Enpals e riceverò una pensione per il lavoro svolto nel mondo dello spettacolo. Quel vitalizio da parlamentare sarebbe una doppia pensione e non la voglio»
«E’ solo un piccolo gesto di fronte ai sacrifici di tanti», ha messo in chiaro.
«Spero che dei 2.800 deputati aventi diritto, almeno un centinaio accolga la proposta. Non vorrei essere l’unico firmatario del provvedimento, ma il primo. Se no sarebbe imbarazzante».
Come è nato il suo rapporto con Renzi?
«Gli ho scritto un messaggio sollevando il problema. Il premier mi ha promesso un serio interessamento e il fatto che abbia esposto il caso come esempio a ”Porta a porta”, spendendo il mio nome, è la dimostrazione che per un personaggio nazionalpopolare come lui non sia solo di una battuta, ma un impegno. Infatti mi ha telefonato e mi ha detto: “Ti farò chiamare da un mio collaboratore”. E questo senza pensarla uguale a Renzi, nè politicamente nè calcisticamente».
Certo battersi per non avere dei soldi è un paradosso tutto italiano.
«Proprio. Ai mie 65 anni ne mancano otto e spero che in otto giorni il provvedimento sia pronto. Lo voglio trovare nell’uovo di Pasqua, se no sono chiacchiere».