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 2014  marzo 14 Venerdì calendario

LA RUSSA JR. E IL GIALLO DELL’EREDITÀ “NON HO TRUFFATO MIA NONNA”


[Geronimo La Russa]

«Tradire mia nonna per 175mila euro? Non scherziamo, non lo farei nemmeno per 3 milioni — dice al telefono, sforzandosi di non alzare la voce, Geronimo La Russa, figlio 33enne dell’ex ministro Ignazio — Sono benestante (ha uno studio legale e diverse proprietà in eredità, ndr) e ho sempre avuto con lei un rapporto splendido. È pure venuta al mio matrimonio. Ma di cosa parliamo? ». Parliamo di una lite per il patrimonio di famiglia, svelata dall’Espresso, che racconta di una lettera autografa di Lidia Peveri, la nonna deceduta di Geronimo, nella quale dichiara di essere stata truffata dal nipote perché nel 2010 «insistette per farmi stipulare a suo nome una polizza di assicurazione sulla vita da 175mila euro», spacciandola «come un semplice deposito bancario».
Sapeva dell’esistenza di questa lettera?
«No, non l’ho mai vista. E vuole sapere cosa ne penso?»
Cosa?
«Che non l’ha scritta mia nonna, sono pronto a scommetterci quello che vuole. E se l’ha scritta lei di suo pugno, è stata manipolata, non era nel pieno delle sue facoltà».
E chi l’avrebbe scritta, o chi avrebbe indotto sua nonna a farlo?
«Mio zio Libero, non ho dubbi. Il fratello di mia madre Marica, con cui non si parla più da vent’anni. L’uomo che ha abbandonato due dei suoi tre figli, l’uomo che ha avuto tre mogli e che, contro la nostra volontà, ha portato la nonna prima in Paraguay, poi, stremata, in Romania, dove è morta».
Però la polizza c’è, è documentato. Emessa da CreditRas il 5 agosto 2010.
«Era un regalo di mia nonna. Voluto fortemente da lei, con la quale - ripeto - avevo un rapporto speciale. La andavo a trovare una volta alla settimana. Prima che nella sua vita tornasse lo zio Libero ».
Quando sua nonna decide di spostare il patrimonio da un istituto di Milano a Melegnano sostiene — è scritto nella lettera — «di scoprire in quel momento di essere stata ingannata». Perché?
«Non lo so, non so spiegarmelo. Fino a quando ha mantenuto le sue capacità cognitive, venute gravemente meno nell’ultima parte della sua vita, anche al telefono fino a quando è stata in grado di parlare, mi ha sempre confermato il nostro legame e il suo affetto! Tant’è che non c’è una sola parola contro di me nel suo testamento. Se aveva dubbi su quella polizza, perché non me lo ha mai detto in tre anni, prima di morire?»
Ma questi soldi, poi, li ha incassati o no?
«Neanche un euro, non li ho voluti. E sa perché?»
Me lo spieghi lei.
«Perché il caro zio ha cambiato il beneficiario della polizza, intestandola prima a mia cugina Appia, poi alla sua terza e attuale moglie. All’apertura del testamento, mi sono opposto e sono riuscito a far girare la metà di quei soldi a mia cugina Flaminia, abbandonata da Libero tanti anni fa. Il resto è finito alla terza moglie. Capisce di che tipo di soggetto stiamo parlando?»
Quindi cos’è? Una calunnia orchestrata da suo zio?
«È evidente. E se non fossi il figlio di Ignazio La Russa, questa storia non sarebbe mai uscita fuori. Evidentemente c’è qualcuno che mi vuole rovinare la carriera».