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 2014  marzo 14 Venerdì calendario

SUA (LESA) MAESTÀ MARA CONTRO LA SIGNORA PIPPA


Mara Venier procede piano, claudicante, accolta nello studio da Daria Bignardi (Le Invasioni Barbariche, La7, mercoledì, 21.15). Non si tratta di Luca Giurato, stavolta, ad averla azzoppata. È che lei in casa va sempre scalza - spiega e ridacchia - e così è andata a frantumarsi un dito del piede contro un mobile. Dell’altro piede, perché è recidiva: “Hihihi”. Quindi si accomoda al tavolo di scena per l’intervista con la padrona di casa e inizia a raccontare di sé, del passato e del presente, dei quattro anni col marito ai Caraibi, dell’amore, del lavoro. Di quella prima volta a Domenica in nell’81, regnante Pippo Baudo, quando fu esortata da Nino Manfredi a partecipare, lei che riottosa ed emozionata proprio non voleva. Ma fu fisicamente prelevata e condotta, giovanissima, con un gonnellino di pelle a mezza coscia. E non disse nulla, muta. Quando Baudo invitò i suoi ospiti, prima di congedarli, a salutare qualcuno a casa, lei sprovveduta e candida si rivolse al “Presidente Sandro Pertini”. Non c’entrava niente, ma furono le uniche parole che le uscirono.
Sicché Pippo, lontano dalle telecamere, chiosò con Manfredi: “Bella come il sole, ma deficiente”.
Mara Venier è così. Prova un godimento palpabile a raccontare di sé. Ritiene, forse giustamente, che la sua vita sia un romanzo avvincente, e generosamente la offre, perché tutti possano giovarsene. E sono proprio questi lacerti di privato – personali o carpiti agli ospiti, che ne arricchiscono il plot – a rappresentare il valore aggiunto che porta in tv. Prima del Grande Fratello: la Grande Mara. Che se potessimo seguire con una telecamera ventiquattr’ore al giorno saprebbe intrattenerci con futile leggiadria.

MERCOLEDÌ sera, però, c’era dell’altro. Apprendiamo che è stata lei stessa a telefonare a Daria Bignardi, dopo sei anni dall’ultima intervista, per poter intervenire in trasmissione e replicare così ad Arisa, ospite la settimana precedente. Non le è piaciuta, la vincitrice di Sanremo, che aveva avuto sul palco dell’Ariston il pomeriggio successivo alla vittoria, e che era fuggita dopo aver visto un’intervista a sua madre, dall’intento commovente, che avrebbe dovuto indurla al pianto. Da qui l’idea del “complotto”. Arisa aveva denunciato la tv complottista e gossippara che il popolo italiano non merita. Ma pur claudicante, la guerriera Mara non ci sta. Il suo attacco è in gradazione ascendente, la voce rulla piano e poi decolla: la parola “complotto” no, non la riguarda, la rende furiosa, e così sferra la sua apostrofe all’indirizzo della “signora Pippa”, ma dell’avversaria le basta elegantemente citare il nome, che reiterato suona come un insulto. E non si può nemmeno rimproverarla, perché proprio così si chiama Arisa: Rosalba Pippa. Che osa parlare della cultura che il popolo italiano si meriterebbe, la “signora Pippa”. Ma ce lo ricordiamo tutti – ci rammenta Mara – ciò che le è uscito fuori a X-Factor contro Simona Ventura.
Nella bocca della Venier, indignata e sprezzante, risuona più volte quel nome. Forse per mettere in evidenza ciò che i latini suggerivano con la locuzione “no-men omen”. Nel nome un presagio, un destino. Come “Mara”, che ha un’origine ebraica e significa “amareggiata”, “afflitta”. Presto però – scommettiamo – le passerà la rabbia e tornerà a sorriderci gaia: “hihihi”.