Sandra Amurri, Il Fatto Quotidiano 14/3/2014, 14 marzo 2014
LA MIA NUVOLA UCCISA DAI SOLITI GIOCHI POLITICI
[Massimiliano Fuksas]
Le sue opere nel mondo raccontano la sua genialità mai disgiunta dall’umanità che le ispira leit motiv del suo definirsi con orgoglio “di sinistra”. Ma un sogno da realizzare lo aveva ancora l’architetto Massimiliano Fuksas: lasciare alla sua città, Roma, nel cuore dell’Eur, Nuvola che galleggia in una teca di vetro e acciaio alta 40 metri, larga 70, lunga 175 che con la sua capienza di 123 mila persone sarebbe diventato il centro congressi più grande d’Europa. Usare il passato è d’obbligo visto che quel sogno forse resterà nel cassetto. Oppure non porterà mai il suo nome perchè da novembre è stato estromesso dall’incarico. Gentile, ironico, chiama le cose con il loro nome senza riverenza.
Nuvola non sarà completata nel 2015, come sostiene il sindaco Marino e non costerà come preventivato 276 milioni di euro?
Dicono che è stato realizzato il 70 per cento del progetto. Non è vero. Dicono che sarà completato nel 2015. Non è vero. Non ci sono i pavimenti, i controsoffitti, gli impianti interni, la strumentazione tecnica che era fuori dall’appalto, i sistemi di sicurezza. Dicono che costerà 276 milioni. Non è vero. Dicono che occorreranno ancora 100 milioni. Non è vero. Tutto è rimasto a com’era circa sette anni fa. Non esiste un cronoprogramma che vuol dire in quanto tempo e con quanti soldi. La società Condotte, la stessa dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, non ha esperienza in questo senso. Era il 2007. Avrebbero dovuto terminare i lavori nel 2010. Che dire? Io so solo che era il 1998, vivevo in Francia, lavoravo in tutto il mondo, volevo costruire un’opera per la mia città. Ho vinto il concorso internazionale. Da allora Eur spa (90 per cento Tesoro, 10 Comune) ha cambiato quattro presidenti, l’ultimo voluto da Rutelli, Paolo Cuccia, e quattro amministratori delegati, ora c’è un commercialista e la città ha cambiato quattro sindaci. Il progetto è nato senza alcuna copertura finanziaria, questa è la verità. A eccezione di qualche soldo arrivato con Roma Capitale. L’opera, che vale 400 milioni, ha bisogno di una legge specifica come per il Maxxi. Invece è gestita da una società, Eur, con un patrimonio inferiore al miliardo.
Infatti dicono che non hanno più soldi per pagarla, quindi Nuvola non porterà più la sua firma? Lei realizza opere in tutto il mondo, aveva mai vissuto una simile esperienza?
Mai. Abbiamo realizzato l’aeroporto di Shenzen in Cina in tre anni e siamo stati pagati regolarmente. A Parigi abbiamo terminato da poco, sono stati inaugurati da Hollande gli archivi nazionali di Francia, tempo cinque anni, progetto compreso. Stiamo facendo il museo del politecnico a Mosca, una torre a Beverly Hills: in nessun Paese hanno questo tipo di grevezze, nessuno ha mai detto ‘gli abbiamo dato troppo adesso ce lo finiamo da soli’. Come dire: ci hai dato l’idea ora la facciamo noi.
Qual è il male italiano?
La presenza dei partiti, macchine per spartizione di incarichi e prebende come ci spiegò bene il grande Berlinguer. Questo deve essere messo lì perché è stato trombato, quello perché è di quel partito e così via. Alla fine non trovi specialisti in management che sanno come si progetta, ma uno che è di Rutelli e uno che è di An, giusto per fare un esempio. La politica negli altri Paesi dà la linea programmatica, chiede ai funzionari se vi sono le coperture e inizia la procedura. Io i politici li vedo solo all’inaugurazione dell’opera.
In sintesi: opera che non vedrà mai la luce e sperpero incredibile di denaro pubblico.
Esattamente. Dicono ancora che costerà 276 milioni, una cifra vale l’altra, tanto chi mai gliene chiederà conto?
Lo ha mai spiegato al sindaco Marino?
Non l’ho mai incontrato. Non mi ha mai fatto una telefonata per chiedermi: che cosa sta accadendo? Ed è stata proprio questa sua dichiarazione a farmi rompere il silenzio rassegnato che mi ero dato.
Eppure Marino è notoriamente una persona onesta, perbene.
Perbene perché non fa la pipì per le scale? Stiamo parlando del minimo garantito. Governare una città è un’altra cosa.
Di Renzi cosa pensa? Crede alle sue promesse?
Non so piu che dire, non spero, sono in attesa nel senso di sospeso. Dicono che non esistono più ideologie, mi viene da piangere. Ieri mentre attraversavo Campo de’ Fiori una signora mi ha gettato le braccia al collo. L’ho riconosciuta solo dallo sguardo: era una ragazza che manifestava con me contro l’invasione del Vietnam. Ecco, non mi sarei ricordato una ministra. Come dire: siamo esuli di un sentire comune.
Cosa vuol dire essere un architetto di sinistra?
Al di là di ogni retorica vuol dire che ogni progetto che fai è legato al contesto, alle persone che ci lavoreranno e ci vivranno. Il mio cliente non è il sindaco, è l’essere umano.