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 2014  marzo 14 Venerdì calendario

FESTEGGIAMO IL PI GRECO (E I NOSTRI RICORDI)


Anche il Pi greco può diventare una festa. Divertente e contagiosa, persino. È quello che accade oggi da Nord a Sud, pur sembrando quasi incredibile. Il Pi greco (3,14) ce lo portiamo dietro come un numero impresso in modo indelebile nella memoria in quanto presenza costante dei nostri anni scolastici. Giocando sulla data gli anglosassoni, che antepongono il mese al giorno, hanno scelto il 14 di marzo (03/14) come suo giorno simbolo. Ecco allora i Giochi Archimedei di Siracusa, il Pi greco Day nel Museo Esplorazione di Treviglio vicino a Bergamo, il concorso del Politecnico di Milano. E c’è pure il Carnevale della matematica su web. L’elenco è lungo ed è giusto partire da Archimede perché è stato lui, nel terzo secolo avanti Cristo, a calcolare il fatidico numero (che indica il rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio) con l’approssimazione giusta. Ma già molto tempo prima lo usavano i babilonesi: per loro, però, era 3,12. Insomma, pur con qualche differenza, è sempre stato presente nei calcoli tanto da essere definito una «costante della matematica». E visto l’impatto che ha avuto sulla formazione di ognuno di noi, oscillando tra l’incubo per alcuni e una delizia per altri, buona è stata l’idea di dedicargli anche una giornata. Che è diventata un’occasione per avvicinare alla «scienza delle scienze», cioè la matematica, anche coloro che la temono. Lo spauracchio della matematica, purtroppo, è soprattutto legato al modo con il quale può essere insegnata: non mancano però docenti in gamba che riescono a trasmettere la loro passione agli alunni. Aveva ragione Pitagora, un altro mito che ci ha accompagnato sui banchi col suo teorema, il quale ripeteva sempre ai propri discepoli: «Tutto è numero». Quindi viva il Pi greco, una festa se la merita proprio.