Ernesto Menicucci, Corriere della Sera 14/3/2014, 14 marzo 2014
QUEL VIAGGIO IN CANADA NELLA DELEGAZIONE ITALIANA E LA FOTO CON IL CAVALIERE «MA NON ERO L’AMICHETTA»
Oggi, dopo l’arresto a Fiumicino, anche quel soprannome suona profetico: Federica Gagliardi, 31 anni, un passato da modella, è per tutti la «dama bianca». Quella che, all’improvviso, comparve il 24 giugno 2010 sotto la scaletta del volo di Stato dell’allora premier Silvio Berlusconi a Toronto, Canada, per il G8. Lei, all’epoca, era una perfetta sconosciuta anche se ci mise pochissimo a farsi notare: capelli biondi, occhiali da sole, borsa Vuitton sulla spalla, cellulare al collo, un trolley al seguito. Il Cavaliere da una parte, a salutare le hostess che lo accoglievano in Canada e lei di fianco, con la smorfia di un sorriso sulla bocca, in total white : camicetta bianca, pantaloni bianchi.
La «dama bianca», appunto, come quella di Fausto Coppi. Bella e misteriosa, sbucata di sorpresa, come quelle ragazze che saltano fuori dalla torta in certe feste di compleanno. Lo staff berlusconiano rimase sbigottito: lei, Federica, fu inserita solo all’ultimo momento, come «ospite» del presidente. «Mi dà una mano nello staff: le segretarie erano tutte malate», si giustificò Berlusconi. Ma i suoi non ci hanno mai creduto: «Noi eravamo lì a lavorare, lei no», ricorda qualcuno. Poi venne fuori la verità: la Gagliardi aveva fatto la campagna elettorale per Renata Polverini, diventata a marzo 2010 governatrice del Lazio, portata al comitato da Giulio Violati, marito di Maria Grazia Cucinotta, e poi era passata a lavorare in Regione, col segretario generale Salvatore Ronghi, napoletano, ex Ugl. E, in quel viaggio ufficiale, era con Berlusconi perché «voleva fare un’esperienza», come fu detto in una seconda versione. Un’apparizione che suscitò curiosità, polemiche, immancabili gossip. «È stata autorizzata dalla Regione», «no, è in ferie», «è la nuova fiamma di Berlusconi», «è la nuova assistente», «è solo una ragazza che vuole lavorare nella politica».
Un balletto di frasi, dichiarazioni, ricostruzioni. Su cosa aveva fatto, su chi erano i suoi padrini politici, sulle sue frequentazione bipartisan: prima un consigliere regionale del Pd, poi Gaetano Rizzo, comunista, ex assessore al Commercio nell’ultima giunta Veltroni, fino a Francesco Maria Orsi, uomo vicino a Gianni Alemanno, delegato del Campidoglio quando ci fu l’Expo di Shanghai, coinvolto in una storia di festini e droga (poi archiviata). Proprio Orsi, nella cui lista di piccoli e grandi favori spuntò anche il nome del braccio destro di Berlusconi Valentino Valentini («è uno dei nostri, ha chiesto aiuto per problema noto», si leggeva negli appunti), sarebbe stato quello che presentò la Gagliardi al Cavaliere. Il resto, però, la ragazza lo fece da sola. Salì sull’aereo di Stato, un’Airbus 319 da 35 posti, e volò in Canada. Viaggio lungo, per la verità, che non si fermò a Toronto. Berlusconi, infatti, proseguì per il Brasile (dove si parlò di una serata con sei ballerine di lap-dance) e poi per Panama: con lui, in quell’occasione, c’era anche Valter Lavitola. E, appunto, la «dama bianca». Sempre col Cavaliere, per più di una settimana. Sia in alcune cene ufficiali (come quella del Forum Italia-Brasil), sia negli altri appuntamenti: «Era una ospite del presidente, è chiaro che venisse trattata dal cerimoniale con un occhio di riguardo». Posti a tavola attaccati, camere separate. Della Gagliardi, in quel viaggio, qualcuno ricorda «l’incetta di costumi brasiliani: la ragazza poteva permettersi di indossarli...».
Al ritorno dalla trasferta, la «dama bianca» sembrava lanciatissima. Interviste, ritratti, articoli sui giornali. Di lei, pian piano, si seppe quasi tutto: il ricorso alla chirurgia estetica, una vecchia relazione con un calciatore di serie A, un tatuaggio sul piede poi cancellato, l’ambizione di fare politica. Ci aveva provato con l’Italia dei Valori, comunali 2008, prendendo una manciata di voti. Poi il sogno: entrare, davvero, nello staff berlusconiano, magari essere candidata, nonostante ci fosse già stato l’anatema di Veronica Lario sul «ciarpame senza pudore» delle veline in lista alle Europee 2009. Federica ha fatto di tutto, anche andare alla cena data dal Cavaliere in onore di Gheddafi a fine estate 2010, ma senza successo. Chi la fermò? «La Rossi, ancora, non c’era. Ma diciamo che Marinella Brambilla era un ottimo scudo contro certi pericoli...», raccontano i berlusconiani.
Da allora, la Gagliardi ha fatto un po’ perdere le sue tracce. Ha finito il lavoro alla Regione, si è messa a collaborare con Bruno Tabacci a Centro democratico, è andata in giro per il mondo. Sul suo profilo Facebook le foto postate parlano chiaro: Ibiza, Saint Tropez, Miami, una discoteca alla moda di Madrid, un hotel cinque stelle ad Hammamet. Cocktail, brindisi, feste, posti esclusivi, da jet set. Del resto, la passione per le belle cose la Gagliardi l’ha sempre avuta: «Amava le borse, le scarpe, i capi firmati». Ma era anche preparata: laurea, master, tre lingue. E poi era, o sembrava, una ragazza semplice, una salutista: «Era attenta alla linea, a cosa mangiava. La sera, finito di lavorare, tornava a San Cesareo dai genitori», ricorda chi l’ha incontrata. Poi, dopo quel G8, si parlò dell’acquisto di un appartamentino al centro di Roma («macché, vado in affitto», disse lei), arrivò la notorietà. Lei liquidava le voci definendole «chiacchiericcio, cattiverie: avevo un abito bianco, casto, perché c’erano trenta gradi. So che tutti dicono che ero l’amichetta del premier, ma non è così». E ancora, parlando di sé: «Non bevo, non fumo, non faccio le cinque del mattino nei locali, ho fatto asilo, elementari e medie dalle suore...».
Ernesto Menicucci