Alessandra Arachi, Corriere della Sera 14/3/2014, 14 marzo 2014
«UN MINISTRO INCINTA? NON ERA IL CASO» LA GAFFE DELL’AZZURRA COMI SU MADIA
Le parole vengono fuori veloci, incalzate dalle domande della Zanzara Giuseppe Cruciani: «Certo che non era il caso che Marianna Madia facesse il ministro, con una riforma della Pubblica amministrazione da fare ad aprile sarà difficile per lei, visto che è al termine della gravidanza». Ma non finisce qua.
Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia, ieri ha continuato ad aggiungere gaffe nel tentativo di far capire il suo pensiero. Ancora ai microfoni della trasmissione radiofonica di Radio24: «Insomma: se uno si rompe una gamba non è che poi va a fare subito i cento metri». E subito dopo, a microfoni spenti, per il taccuino della cronista: «Vabbé ho fatto un esempio infelice. Non volevo paragonare la gravidanza ad una malattia. Anzi, a Marianna Madia faccio i migliori auguri per la nascita della sua bambina».
Lara Comi 31 anni, eurodeputata di Garbagnate è anche coordinatore di Forza Italia della provincia di Varese e tra i promotori del club Forza Silvio Europa. Riprende in mano le fila del suo ragionamento: «Cercate di capire. Non voglio la polemica. Non sono ancora mamma ma spero di diventarlo presto. Il punto però non è questo, ma un altro». Ah sì? E quale? «Io non voglio denigrare la donna. Ma mi chiedo: come mai sul lavoro esistono le sostituzioni per maternità? Le mie colleghe in azienda che sono in gravidanza non possono prendere gli aerei, non possono stressarsi. Insomma, la gravidanza è una condizione di vita limitata e va rispettata. E poi è giusto ritagliarsi spazi di vita privata: io fossi stata in Marianna Madia sarei stata più attenta».
Anche in Francia Rachida Dati fu bersaglio di polemiche, molte arrivate proprio dalle donne. Ministro della Giustizia, a Parigi nel gennaio del 2009 mise al mondo una bimba, Zohra, senza peraltro rivelare il nome del padre. La storia della paternità di Zohra è ancora aperta (nella mani della giustizia), ma le polemiche sul fatto che cinque giorni dopo il parto il ministro Dati era tornata al suo posto di lavoro si sono finalmente chiuse.
Ieri il ministro Marianna Madia non ha commentato le parole di Lara Comi. Tra una riunione e l’altra non ha nemmeno letto le dichiarazioni dell’eurodeputata lombarda. Che nel tentativo di spiegarsi sempre meglio, per alcuni ha continuato a spiegarsi sempre peggio: «Mi auguro che Matteo Renzi abbia scelto Marianna Madia per le sue capacità, per le sue qualità e non per una pura operazione di marketing perché era incinta, per fare vedere quanto era progressista. Sarebbe uno spot davvero infelice per le donne. In fondo è la stessa filosofia delle quote rosa».
A Lara Comi le quote rosa non piacciono. «Perché le grandi donne hanno dimostrato di essere grandi senza facilitazioni imposte dagli uomini», dice tornando a parlare del ministro Madia. «Chiariamoci: il timing sulla riforma della Pubblica amministrazione lo ha messo Renzi, non io. Lui ha parlato di aprile, quando il ministro finisce la sua gravidanza. Se avesse detto, chessò, settembre, era diverso. Io non avrei avuto nulla da obiettare».
Alessandra Arachi