Massimo Gramellini, La Stampa 14/3/2014, 14 marzo 2014
AQUILA SPENNATA
Se le indiscrezioni dell’Espresso corrispondono al vero, un dramma familiare si è consumato nella comunità milanese degli indiani d’America. La nonna di Geronimo avrebbe lasciato tra le proprie disposizioni testamentarie il resoconto di una truffa compiuta ai suoi danni dal nipotino. Correva l’anno 2010 e Geronimo (La Russa, figlio di Ignazio il Terribile) convinse l’ava, rimasta da poco vedova, a mettere al sicuro il patrimonio della tribù in una banca dell’Uomo Bianco. I due – ha lasciato scritto la signora - raggiunsero la filiale sul far della sera: restava poco tempo prima della chiusura e così lei firmò sulla fiducia un malloppo di carte, convinta di stare aprendo un normalissimo deposito. Ma quando ritornò in banca da sola per spostare i soldi in un’agenzia più vicina alla sua capanna, scoprì di non avere stipulato un conto corrente ma una polizza che aveva come unico beneficiario il nobile Geronimo.
Fin qui il racconto che Aquila Spennata ha consegnato ai posteri prima di lasciare questa terra irta di trappole e sciacalli. I soliti sospettosi si sono chiesti: chi mai stipulerebbe un’assicurazione sulla vita con una squaw di 86 anni? Ma dimenticano che a una donna a cui il destino aveva già riservato in sorte un genero come Ignazio la Russa andavano riconosciute risorse di resistenza ignote a noi semplici umani. Appreso della lettera, con un’ultima squisitezza Geronimo ha accusato la nonna defunta di calunnia. Ora si attende l’intervento risolutivo del capo-villaggio, l’astutissimo Ignazio, a cui Geronimo pare abbia dato appuntamento in una filiale della banca, sul far della sera.