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 2014  marzo 14 Venerdì calendario

LA MERKEL CONTRO LE QUOTE ROSA


A Frau Angela non piacciono le quote rosa, e siccome lei non ha paura di quel che pensa, lo dice pure in giro. A sorpresa, non perde le simpatie delle Frauen (signore) e delle Fraülein (signorine): anzi solo delle prime, perché le seconde sono state cancellate da tempo in nome del politically correct. Vietato chiamare signorina le single. Anche Francesca, mia nipote tredicenne, qui, sarebbe una signora. Saggiamente le ragazze di Berlino e, presumo, anche di altri posti, se ne infischiano.

La signora Merkel ha fatto carriera in un mondo di machi, prima nella scomparsa Ddr, poi nella Cdu di Helmut Kohl che, da uomo antiquato, la chiamava «mein Mädchen», la mia ragazza. I signori della politica l’hanno sempre sottovalutata, lei li ha fatti fuori uno alla volta. In quanto alle quote rosa, la Germania ne avrebbe bisogno. In nessun paese d’Europa il divario tra quanto si guadagna tra signore e signori e così forte. In tutti i settori, a tutti i livelli, tranne ovviamente nell’amministrazione pubblica, le donne guadagnano almeno il 25 per cento in meno dei colleghi.

Come in Italia, certe professioni rimangono un dominio maschile: ci sono donne generali, donne pilote della Lufthansa, ma all’università nelle facoltà di filosofia, o in ginecologia, sono sempre gli uomini al comando. All’ateneo di Lipsia, l’abbiamo già scritto, adesso è obbligatorio chiamare in nome della par condicio Frau Professorin, signora professoressa, anche i docenti con barba alla Karl Marx. Loro hanno subito votato per il sì, sfruttando l’autogol delle colleghe prive di senso dell’umorismo.

Le quote rosa sono state bene o male introdotte negli alti piani delle aziende. Le manager dovrebbero essere favorite nei consigli di sorveglianza e di direzione. C’è un problema: con tutta la buona volontà, non si trovano candidate all’altezza in numero sufficiente. Bisogna pensare a formare le manager da quando compiono i primi passi in azienda. Sarà giusto, ma la fretta è dannosa: si corre il rischio di premiare incompetenti o impreparate, e sarebbe un boomerang per la causa rosa.

La Cancelliera non è una nemica delle donne. Si rende conto del problema nel mondo del lavoro, ma, secondo lei, le quote rosa vanno bene ovunque tranne che in politica. In Germania se sei un politico giovane, non importa di che sesso, puoi andare avanti contro la casta dei vecchi. Non è facile, neanche impossibile. Dunque, perché c’è bisogno di quote come volevano le nostre onorevoli di ogni partito? Se sei brava, gli elettori lo notano, e ti votano. Non occorre essere protette. Se lo pretendi, confessi solo il tuo senso d’inferiorità.

Frau Doktor Dagmar Wöhrl, avvocato ed economista, è una splendida sessantenne, sono sicuro che non si offende se lo noto, ed è una politica della Csu, il partito bacchettone che governa da sempre la cattolicissima Baviera. Nel 1977 fu eletta Miss Germany, arrivò terza a Miss World, dopo girò qualche filmetto softporno. Ma non venne eletta in parlamento (e poi nominata sottosegretario all’economia) per il suo talento d’attrice. Nel ’98 i colleghi la elessero Miss Bundestag, Miss Camera dei deputati. Lei ci rise sopra.

La Germania non è l’Italia, questo è vero. Le donne in politica hanno successo per meriti loro, non perché favorite dai mariti o dagli amici. Gli uomini a Roma le scelgono male, o le scelgono troppo bene in modo che quelle troppo brave un domani non diventino pericolose concorrenti. Chi vorrebbe veramente una Merkel italiana? Qui nessuno fa dell’ironia sulle donne in politica. Se avviene, loro si guardano bene dal reagire alla Boldrini. Fanno finta di niente. Se ti prendono in giro perché sei bella, non puoi offenderti, ma dimostrare, se possibile, che hai altri meriti meno superficiali.

Anche quest’anno, alla sfilata dei carri di Carnevale, a Düsseldorf, per rappresentare il miracolo economico nazionale hanno scelto una Merkel opulenta e rosea in minuscolo bikini. Un carro orrendo, poca fantasia, niente buon gusto. Angela neanche se ne è accorta, occupata in cose più serie, come evitare che i maschietti Obama e Putin in overdose di testosterone combinino un pasticcio in Ucraina.