Stefano Bartezzaghi, la Repubblica 9/3/2014, 9 marzo 2014
LESSICOGRAFIA DELLE PAROLE SCOMPARSE
Perseveranze, vere speranze. Il vocabolario Zanichelli affianca al verbo “perseverare” il simbolo del seme di picche, che nella convenzione di quel vocabolario segnala le “parole da salvare”. Un altro editore bolognese, il Mulino, apre ora una collana di “parole controtempo” e tra le prime uscite propone un volumetto di Salvatore Natoli intitolato appunto Perseveranza (pagg. 142, euro 12). Già il primo dei tre capitoli proclama la perseveranza una “parola scomparsa”, dove però a preoccupare è soprattutto la rarefazione della cosa. Insiste l’insistenza, si ostina l’ostinazione, ma la perseveranza non persevera. Le sue nuove forme – spam, stalking compulsioni varie – sono inquietanti. In generale si sta affermando, non solo in queste occasioni, una sorta di lessicografia della nostalgia: bastano i nomi a evocare quello che abbiamo perso e le scienze umane sembrano essersi prese il compito di ricordarci quali parole e quali cose ci stiamo lasciando indietro. Come intendeva Calvino: “memo” per il nuovo millennio.