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 2014  marzo 15 Sabato calendario

SEMPLICE/1

«Quando si parla di giocare semplice, è una frase in generale. Per qualcuno sembra semplice darla con l’esterno, oppure un passaggio di 50 metri, invece, è semplice un passaggio a due metri» (Clarence Seedorf).

SEMPLICE/2 «Per vincere a certi livelli ci vuole testa, perché con la sola racchetta se non sei Federer o Nadal o Djokovic non vai lontano. Anzi, è molto probabile che tu possa perdere sempre. Ecco perché occorre cogliere gli aspetti positivi delle sconfitte. Se una sconfitta ti distrugge, allora diventa molto difficile giocare a tennis. È molto semplice» (Stanislas Wawrinka).

VOCAZIONE «Da bambino, per giocare con gli amici più grandi all’oratorio di Madonna delle Grazie a Castellammare, dovevo andare in porta. Sulle prime era una costrizione, poi è diventata una vocazione» (il portiere del Parma Antonio Mirante).

BANDANA «Da piccolo tifano Pantani. Mi piaceva: la bandana, il pirata queste cose qui. Ma mio padre non mi permetteva di mettere la bandana quando correvo. È un tipo un po’ classico, diciamo così» (Moreno Moser).

TONDO «Siamo gente in gamba, cresceremo anche se qui a Melbourne il nostro obiettivo è concludere. Ma non sono sceso qua per girare in tondo, cercherò il limite e se possibile di portare a casa un buon piazzamento» (Sebastian Vettel).

MAI «Anche il miglior pilota non riuscirà mai a trasformare una macchina che non va» (Kimi Raikkonen).

PROBLEMI «Tutti ne parlano, ma i rapporti fra me e Nico non cambieranno. Ci sfidiamo da quando avevamo 13 anni e correvamo in kart in Italia. Alla prima gara, credo, arrivammo 1o e 2o. Poi io ho vinto un campionato e lui un altro. Abbiamo proseguito in F3 e ora in F1. Anche se questo Mondiale è un affare serio, non ci saranno problemi» (Hamilton e i rapporti con il compagno di squadra Rosberg).

RAGAZZINO «Siamo praticamente dieci partite sotto il 50%. Questa non è la classifica dei Lakers. Noi siamo abituati a lottare per il titolo, altrimenti la stagione deve essere considerata fallimentare. È la cultura che mi hanno insegnato Jerry West e gli altri grandi ex quando ero un ragazzino» (Kobe Bryant e la stagione fallimentare dei Lakers).

SEMINA «Mi dicono sempre che raccolgo meno di quanto semino» (Claudio Ranieri).