Simone Porrovecchio, L’Espresso 14/3/2014, 14 marzo 2014
BROADWAY VAL BENE UN CORSETTO
L’attore londinese Samuel Barnett ha successo in America grazie al talento brillante, l’ironia very british ma soprattutto grazie ai corsetti sontuosi che indossa da un anno quando interpreta quei ruoli femminili che lo hanno reso il re del teatro “en travesti”. Barnett è diventato uno dei nuovi volti di Broadway con due spettacoli di Shakespeare prodotti dal Belasco Theatre: per cinque repliche alla settimana era Viola nella “Dodicesima Notte”, e nel weekend diventava la Regina Elisabetta del ““Riccardo III”. Due grandi successi, coronati da una lunga intervista al “New York Times”, che il Belasco conta di rimettere in cartellone in primavera. Barnett, che nel 2006 è stato nominato al Tony Award (l’Oscar americano del teatro) per il suo debutto a Broadway con “The History Boys” di Alan Bennett, non aveva mai recitato Shakespeare prima. Anzi: «Mentre studiavo ho provato cinque volte a entrare alla Royal Shakespeare Company», ricorda. «Mi hanno sempre mandato via a metà provino. Sono arrivato a New York come un semplice attore di provincia dello Yorkshire venuto per cercare ispirazione. E invece la vita mi ha regalato un’occasione unica». Un regalo che però non cade dal cielo: prima di arrivare a Manhattan, Samuel ha lavorato senza sosta per farsi una reputazione, prima nell’adattamento di Bennett al London National Theatre, poi nella serie televisiva della BBC “Twenty Twelve”, infine all’Apollo Theatre di Londra e allo Shakespeare’s Globe a Southwark. Oggi tra i suoi nuovi amici ci sono Denzel Washington, Cameron Diaz, Stella McCartney, Steven Spielberg, Mike Nichols. «È stupenda la facilità di contatti e relazioni che ho riscontrato a New York: l’anonimato di cui noi inglesi facciamo un culto non mi appartiene più».
Se lo aspettava che i suoi spettacoli avrebbero registrato il tutto esaurito per un anno intero? «È stato un risultato incredibile. È raro vedere la fila di gente davanti al teatro quando non si tratta di un musical». Difficile però credere che salire su un palco prestigioso in costumi femminili sia stata una scelta facile: «All’epoca di Shakespeare molti ruoli femminili venivano interpretati da ragazzi adolescenti. La regina Elisabetta è stata più semplice, perché ho potuto focalizzarmi sul suo status di monarca, più che sulla femminilità. Nel caso di Viola è stato più complicato perché sono un ragazzo che interpreta una ragazza vestita da ragazzo». Ora per Barnett è il momento delle scelte. Londra o New York? La BBC gli ha offerto tre produzioni televisive per riportarlo in patria, dove lo aspetta il compagno Adam Penford, regista al londinese National Theater. «Ora è il momento di prendermi una pausa di riflessione», dice, «e di passare un po’ di tempo con il mio compagno», commenta Barnett. Il corsetto può attendere.