Michele Serra, L’Espresso 13/3/2014, 13 marzo 2014
MEDIASET PROMETTE: MAI PIÙ CAPOLAVORI
Pier Silvio Berlusconi rivendica con orgoglio a Mediaset la coproduzione della “Grande bellezza”: «È un indiscutibile merito del nostro gruppo avere trasformato l’Italia, in trent’anni di duro lavoro, in un continuo bagordo di narcisi nullafacenti e di rifattone depresse che fanno il trenino con un drink in mano. Certo, siccome non tutte le ciambelle riescono col buco, il film di Sorrentino è un capolavoro. Almeno così mi dicono. Cercheremo di capire dove abbiamo sbagliato per non rifare mai più lo stesso errore».
LE POLEMICHE Il Movimento 5 Stelle, contando i vuoti di Campari Soda e di Martini Dry trovati sul set del film, ha calcolato che per girare le numerose scene di festa sono stati consumati almeno ottocentotrenta euro di bibite, e di questi almeno centosedici erano a carico del contributo pubblico per la cinematografia. Uno scialo vergognoso di denaro dei contribuenti che il blog di Grillo riprende e amplifica, mettendo alla gogna, come “elettricista del giorno”, il capo elettricista di Sorrentino. «Sarebbe bastato girare a mezzogiorno e all’aperto le numerose scene di festa in discoteca - spiega il blog - per risparmiare almeno ottantuno/ottantadue euro di energia elettrica». Seguono centinaia di commenti che invitano l’elettricista a uccidersi infilando le dita in una presa, oppure strangolandosi con un cavo elettrico. Commenti molto negativi anche da parte della Lega, che in una interrogazione parlamentare chiede di sapere «come mai il film è stato girato proprio a Roma, quando ci sono località prealpine che offrono scorci altrettanto suggestivi a un costo nettamente più favorevole».
LA SINISTRA Ai vendoliani, agli ex del Pci e alla sinistra storica in generale è piaciuta molto la vena lugubre e senza speranza del film. Ai renziani è piaciuto moltissimo che abbia vinto l’Oscar.
LA CRITICA È divisa sostanzialmente in due gruppi: quelli ai quali “La grande bellezza” è piaciuto da subito, e quelli ai quali è piaciuto solo dopo la vittoria dell’Oscar. Unico in Italia, un anziano critico di “Quaderni piacentini” (continua a mandare ogni mese il suo articolo anche se la prestigiosa rivista è chiusa dal 1985) è rimasto fermo nel suo giudizio negativo: sostiene che il film è orribile, e lo sarebbe pure se vincesse l’Oscar anche l’anno prossimo. È stato espulso dall’Ordine dei giornalisti con la motivazione che «il suo eccesso di coerenza mette in evidente cattiva luce il lavoro dei colleghi».
IL REMAKE Mediaset pensa a un remake milanese del film. Pochi i ritocchi: il protagonista Jep Gambardella diventa, grazie alla sponsorizzazione di Fiat-Chrysler, Jeep Gambardella, detto “quattro per quattro” dagli amici. È un autore di reality fallito che passa le notti nei locali sui Navigli, rincasa all’alba camminando lungo i Navigli, fuma appoggiato al parapetto di ferro affacciato sui Navigli, osserva pensieroso il lento scorrere delle acque reflue dei Navigli. Anche lui ha la giacca gialla e le scarpe bicolori, anche lui cammina silenzioso lungo le strade deserte: ma sarà Gerry Scotti e non Tony Servillo.
HOLLYWOOD Innamorata di Sorrentino e dell’Italia, Hollywood gli ha già proposto almeno un paio di megaproduzioni. "The great beauty-farm", ambientato in un salone di bellezza tra le rovine romane: devono esserci anche una trattoria tipica con le tovaglie a quadretti, la Fontana di Trevi, lo stesso vigile urbano usato da Woody Allen per l’orribile inizio del suo film romano e una sosia di Anna Magnani, per il resto la sceneggiatura è a discrezione di Sorrentino. Il secondo progetto è “Titanic in Rome”, spettacolare incrocio tra “Titanic” e “La grande bellezza”. Si immagina che il popolare bastimento faccia naufragio non in pieno Artico (soluzione troppo risaputa), ma nel Tevere, proprio mentre sta passando Jep Gambardella. Interverrà per soccorrere i naufraghi? O rimarrà a meditare sull’inutilità della vita appoggiato al parapetto?