Fulmini 14/3/2014, 14 marzo 2014
GIOCO «Le idee di Seedorf mi piacciono molto, ma in giro ci sono tanti bravi allenatori che credono nel calcio totale: questo deve essere l’obiettivo
GIOCO «Le idee di Seedorf mi piacciono molto, ma in giro ci sono tanti bravi allenatori che credono nel calcio totale: questo deve essere l’obiettivo. Il gioco va rimesso al centro della questione, così è stato per tutte le grandi squadre della storia: la Honved, l’Ajax di Cruijff, il mio Milan, il Barcellona di Guardiola e adesso il Bayern» (Arrigo Sacchi). NOMI «L’Inter è un club difficile, non è gestito in modo organizzato come il Porto. Alcune persone del club sono state scorrette con me. Non dico i compagni che sono stati gentili, ma ognuno pensava solo a se stesso. Nessuno mi ha dato supporto, ma niente nomi...» (l’ex nerazzurro Ricardo Quaresma). CONFUSIONE «Ora c’è confusione nella Lazio, non posso essere io a far da mediatore tra i tifosi e Lotito. Non sono la persona giusta. Poi mancherei di rispetto al Montreal Impact. E voglio pure capire se nella vita mi riesce anche di fare l’allenatore» (Alessandro Nesta). CARISSIMA «Barbara è una carissima ragazza, ma non penso si offenda nessuno se diciamo che un prezzo all’esperienza deve pagarlo anche lei. Sarà anche figlia d’arte, ma anche se io penso che mio figlio sia un ragazzo in gamba, non gli metto in mano il budget di un film vero solo perché sono convinto che un domani possa recitare a testa alta da regista» (Diego Abatantuono parlando di Barbara Berlusconi). GIN TONIC «Chi sbaglia un penalty ne risente, anche se poi dipende dalla personalità del calciatore. Con alcuni è necessaria una chiacchierata, altri non ne hanno bisogno, per altri ancora può servire un gin tonic» (Pep Guardiola a proposito del rigore sbagliato da Müller in champions). PRIORITA’ «Ho cambiato il mio approccio al Mondiale, selezionando le priorità. Ad esempio, in Australia sono arrivato solo l’altra sera, nel passato partivo otto-nove giorni prima: ho capito che sono libero di mente se sto di più a casa» (Fernando Alonso). ROSSO E NERO «Sono cresciuto guardando Tiger Woods in televisione. Ho cominciato a giocare la domenica in rosso e nero in suo onore. E mi ha sempre portato bene» (Patrick Reed, 23 anni, più giovane vincitore Wgc). GIALLO «Ho sempre pensato che fosse giusto avere dei simboli. Io ho scelto un colore solare come il giallo e il numero quarantasei, che era quello che mio padre aveva quando vinse la sua prima gara mondiale» (Valentino Rossi).