Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  marzo 13 Giovedì calendario

CENE E VIAGGI NEL REDDITOMETRO «INVIEREMO 20 MILA LETTERE»


Le lettere saranno 20 mila e partiranno entro dieci giorni. Superato l’ultimo passaggio presso il Garante della privacy il redditometro sta per diventare realtà.
Lo strumento ha finalmente un volto definitivo che sembra ben lontano da quello di studio di settore applicato alla famiglie che aveva terrorizzato gli addetti ai lavori. Niente Fisco impiccione che controlla dove siamo andati in vacanza o quante volte siamo andati al ristorante. Nel mirino finiranno solo contribuenti con evidenti discordanze tra ciò che dichiarano e ciò che spendono. «Ci muoveremo in una cornice di ampia garanzia per i contribuenti — assicura Marco Di Capua, vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate — già la legge assicura che la soglia di scostamento deve essere superiore al 20 per cento per giustificare le attenzioni del Fisco, a questo noi abbiamo aggiunto un’ulteriore tutela: non selezioneremo nessun contribuente che avrà uno scostamento tra spese e reddito dichiarato che sta entro i 12 mila euro. Insomma le 20 mila lettere che stiamo per spedire saranno un test realizzato con la massima cura».
Una prova sul campo per il nuovo redditometro che dovrà fornire prove concrete di fattibilità in tempi relativamente brevi. «Entro il 2014 contiamo di aver concluso tutto l’iter dei primi 20 mila accertamenti sintetici, contraddittorio compreso» assicura Di Capua . In una fase di particolare sofferenza economica è inevitabile che i contribuenti temano controlli a tappeto e una caccia indiscriminata all’evasione. «Siamo consapevoli del momento critico — assicura il vice direttore dell’Agenzia — noi stessi dobbiamo puntare al massimo con risorse limitate. Noi non partiamo dal principio di presunta colpevolezza del contribuente sia chiaro. Giusto per fare qualche esempio: non basterà fare una cena da 3 mila euro, magari per festeggiare il proprio 25esimo anniversario, per far accendere la spia del sospetto. Dovranno concentrarsi una serie di voci per creare uno scostamento davvero ampio e su somme considerevoli. Non siamo alla ricerca di fenomeni marginali, non converrebbe a nessuno. Nemmeno allo Stato. E comunque, anche nei casi più eclatanti, le persone contattate potranno sempre venire da noi e dimostrarci che hanno avuto un’eredità o una fonte di reddito che è legittimo non dichiarare e che spiega lo scostamento tra il loro tenore di vita e il reddito dichiarato. Crediamo molto in questo strumento e siamo convinti che sia rispettoso del contribuente onesto».
In tale ottica si inquadra il nuovissimo meccanismo di rating che regolerà i rimborsi Iva per le aziende. «Nei primi due mesi di quest’anno sono già stati 1,5 miliardi di euro i rimborsi erogati. Abbiamo analizzato i soggetti che chiedono il rimborso in modo da classificarli secondo un rischio alto, medio o basso. In Italia le imprese a rischio risultano circa il 18% del totale. In questi casi sarà indispensabile un’istruttoria più approfondita per contrastare eventuali frodi . Così facendo i rimborsi saranno molto più tempestivi e i contribuenti che avranno un indice di rischio medio basso lo riceveranno subito, ancora prima dei controlli. Si parte dal principio, condivisibile, che il Fisco si fida del contribuente, fino a prova contraria. La pratica del punire tutti per colpire qualcuno è detestabile e inaccettabile». E chissà che non sia la via giusta per iniziare una nuova relazione tra Fisco e contribuenti. Non diventeranno amici ma almeno inizieranno a parlarsi.