Massimo Fracaro e Nicola Saldutti, Corriere della Sera 13/3/2014, 13 marzo 2014
LA PARTITA DOPPIA DELLE TASSE
Il taglio delle imposte sui redditi, che dovrebbe partire dal primo maggio, per adesso ha una cornice, ma non si conoscono ancora i dettagli. E con il Fisco, si sa, i dettagli possono nascondere molte insidie. Bisognerà dunque vedere in che modo le detrazioni per i redditi fino a 25 mila euro lordi verranno, in concreto, applicate (saranno aiutati anche i più poveri, gli incapienti, cioè quelli che già non pagano imposte perché hanno redditi troppo bassi e che sono trascurati da anni?). In ogni caso il bonus di mille euro rischia di essere, in parte, vanificato dall’altro lato del Fisco, quello federale: per le addizionali regionali e comunali, con gli enti locali alle prese con conti disastrati, difficile che il buon esempio del governo possa essere seguito. Anzi. Ed è troppo vicina la decisione di dare ai sindaci la possibilità di innalzare la Tassa sui servizi indivisibili (Tasi) per essere ottimisti.
Ma il dubbio viene da un altro punto: tra le misure proposte nella cosiddetta spending review , i tagli agli sprechi, il commissario Carlo Cottarelli ha preso di mira le solite pensioni. Anche se ha assicurato che l’85% dei pensionati (ricordiamo che uno su due non supera i 500 euro mensili) non verrà toccato. Il contributo potrebbe essere chiesto a chi, grazie ai contributi che ha versato nel corso della sua carriere lavorativa, riceve circa 2.500 euro lordi al mese (vale a dire solo mille in più di chi invece verrà beneficiato dagli sgravi Irpef). Possono davvero essere definite rendite d’oro? Difficile. Non c’erano altri sprechi da tagliare, invece di intervenire su chi si è meritato la sua pensione?
Assomiglia invece a una piccola svolta l’annuncio che, a partire dal 2015, i cittadini riceveranno una dichiarazione dei redditi precompilata, un primo gesto di attenzione verso i contribuenti .
E poi c’è il risparmio: la decisione di aumentare dal 20 al 26% il prelievo sulle rendite finanziarie non tocca i titoli di Stato (ma sarà sostenibile a livello europeo un simile trattamento agevolato?). Colpite, invece, tutte le altre forme di investimento personale, dalle azioni alle obbligazioni ai depositi e ai conti correnti che tornano ai livelli di tassazione di qualche anno fa. Certo le medie europee di prelievo contano, ma anche il risparmio. E tra patrimonialina (allo 0,2%) e aumento delle tassazione, il conto appare un po’ troppo salato.