Luca Gualtieri, Milano Finanza 13/3/2014, 13 marzo 2014
E IL MERCATO CI HA RIDATO FIDUCIA
I dati del 2013 dimostrano che il lavoro messo in atto dal nuovo management di Mps comincia a dare i frutti. E Fabrizio Viola, ad della banca senese. è anche fiducioso per il 2014.
Il fatto che sia stato rinnovato l’accordo pre-underwriting per l’aumento di capitale, secondo Viola, conferma la fiducia che gli istituti di credito coinvolti hanno nei confronti del Monte che, dopo l’operazione di ricapitalizzazione, «rafforzerà il suo modello di banca commerciale rivolta a famiglie e imprese».
Domanda. Dottor Viola, a che punto è arrivata la cura della banca alla luce dei risultati resi noti oggi?
Risposta. I risultati del 2013 confermano quanto impegnativo sia il piano di risanamento e di rilancio della banca e dimostra anche il fatto che il lavoro molto intenso portato avanti in questi due anni comincia a dare concreti risultati. Mi riferisco in particolare al miglioramento del bilancio della banca sotto il profilo della liquidità e soprattutto ai risultati che abbiamo ottenuto, molto importanti, sul lato dell’efficienza operativa. In due anni siamo riusciti a ridurre i costi operativi di circa 600 milioni su una base iniziale di 3,4 miliardi. Infine nell’ultimo trimestre abbiamo colto i primi segnali di miglioramento anche sul fronte dei ricavi che è un passaggio fondamentale per riportare la banca a una redditività sostenibile nel tempo.
D.
Questi segnali sono confermati anche dall’inizio dell’anno?
R. Le prime settimane dell’anno, malgrado il fatto che abbiamo dovuto necessariamente far fronte alle ripercussioni del mancato aumento di capitale previsto in gennaio, hanno dimostrato che la rete del Monte ha reagito bene. Risulta consolidato il trend di recupero di efficienza operativa che non è il risultato di operazioni straordinarie ma di una attività consolidata nel tempo che rende sostenibile questi risultati anche nel medio periodo.
D. La qualità del credito. Nell’ultimo trimestre dell’anno avete raddoppiato gli accantonamenti rispetto al terzo trimestre. Come vi presentate agli stress test e all’Aqr?
R. Questi accantonamenti si sono resi necessari per far fronte agli effetti di una crisi economica particolarmente grave negli ultimi due anni. Come Paese abbiamo perso oltre 4 punti percentuali di pil e questo non poteva non avere degli effetti negativi sul credito. Gli accantonamenti ci consentono di aumentare le coperture. Ci presentiamo all’Aqr sereni, ma consapevoli che sarà un esercizio nuovo, con regole definite a livello europeo e credo che su questo argomento la prudenza nel fare delle valutazioni prospettiche sia assolutamente necessaria.
D. Siete in anticipo con gli obiettivi del piano. Avete in cantiere altre mosse per accelerare ulteriormente in merito alla riduzione dei costi o per incentivare anche la redditività?
R. Per quanto riguarda il piano, sappiamo tutti che è particolarmente impegnativo. Già il raggiungimento degli obiettivi è e sarà un risultato positivo. Relativamente alla banca, in relazione alla sua gestione caratteristica e rispetto agli obiettivi di piano di ristrutturazione, siamo andati meglio nel 2013 sui ricavi primari e sui costi, nel senso che abbiamo registrato cali dei costi operativi più elevati rispetto a quelli che erano gli impegni che avevamo assunto con Bruxelles. Il percorso è tracciato, credo che non ci siano ricette magiche, ma occorre continuare a lavorare con piani che sono molto dettagliati e che identificano tutta una serie di azioni che ci consentiranno di perseguire gli obiettivi. Per quanto riguarda gli aspetti che non sono inseriti nel piano, oggi abbiamo dato disclosure di una serie di operazioni che daranno benefici già a partire dal 2014. Mi riferisco agli effetti positivi sul margine di interesse della chiusura dell’operazione Santorini, agli effetti positivi sul riconsolidamento di Casaforte e tutta quella serie di cessioni di asset che abbiamo realizzato a cavallo tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno, di cui avremo benefici nel corso del primo semestre del 2014.
D. Avete annunciato il rinnovo dell’accordo per il consorzio dell’aumento di capitale. La macchina è ripartita?
R. Sul fronte dei rapporti con le banche partecipanti al consorzio, la macchina non si è mai fermata. Preso atto della decisione dell’assemblea abbiamo lavorato per far ripartire il consorzio. Il fatto che la struttura del consorzio, in termini di banche, sia uguale a quella precedente è un elemento positivo perché conferma la fiducia che riconoscono al Monte. A questo punto siamo pronti per avviare l’ultima fase esecutiva dell’operazione che non potrà partire prima del 12 maggio e lavoreremo per fare in modo che tutto possa essere realizzato nei tempi previsti.
D. Quali segnali dalla Fondazione? E che cosa significa l’alleggerimento degli Aleotti?
R. Nel caso della famiglia Aleotti mi sembra di aver colto anche pubblicamente che la motivazione non sia basata su una perdita di fiducia nei confronti del lavoro che si sta facendo ma probabilmente sia legata ad altri motivi. Per quanto riguarda la Fondazione prendo atto dell’attività di graduale dismissione. L’auspicio è poter contare nel tempo più breve possibile su una base azionaria che sia stabile perché questa è una condizione necessaria per ogni azienda, ancora di più per una banca come la nostra.
D. Avete segnali concreti che altre istituzioni possano prepararsi all’aumento di capitale per entrare nella banca?
R. Non ho elementi precisi. Posso constatare che c’è un interesse consistente da parte di investitori stranieri nei confronti della nostra banca.
D. Come sarà la banca dopo l’aumento di capitale?
R. Credo che sarà un istituto che rafforzerà il suo modello di banca commerciale rivolta a famiglie e imprese. Stiamo lavorando intensamente perché ciò avvenga e che questo rafforzamento possa avere concreti benefici anche sul lato della redditività che costituisce un elemento di interesse per gli azionisti e di autofinanziamento per la banca stessa. È chiaro che il passaggio dell’aumento di capitale sarà fondamentale perché ritengo abbia concreti effetti positivi: da un lato sulla credibilità della banca e quindi sulla nostra capacità di stare sul mercato, di raccogliere depositi a costi adeguati; dall’altro avrà un effetto molto importante anche sul livello di motivazione del personale della banca che nel 2013 ha vissuto momenti non facili. (riproduzione riservata)