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 2014  marzo 13 Giovedì calendario

TESTE DI CUOIO E POTENZA DI FUOCO, LA SFIDA DI PUTIN


Una dimostrazione di forza che va ben al di là della difesa dei «fratelli russi» di Crimea. Un esercizio di potenza che guarda a Bruxelles (Nato e Ue), a Washington (Casa Bianca, Pentagono, Dipartimento di Stato), alle più influenti cancellerie europee. E solo in ultimo alle autorità di Kiev. Vladimir Putin va alla guerra. Per ora, si spera, solo virtuale, ma se dovesse trasformarsi in conflitto aperto, la Russia sarebbe pronta ad affrontare i nemici con un dispositivo militare che non ha precedenti dalla fine della Guerra Fredda ad oggi. A darne conto è un dettagliato report di Rid (Rivista (Rivista Italiana Difesa) a cura di Pietro Batacchi.
MEZZI E UOMINI
I reparti più pesantemente coinvolti sono quelli già di stanza in Crimea, a cominciare da quelli della base di Sebastopoli che, nell’ambito di un accordo pluriennale di affitto con l’Ucraina, è sede della Flotta del Mar Nero della Marina Russa. Questa comprende l’incrociatore a propulsione convenzionale classe Slava moskva, ammiraglia della Flotta, un incrociatore antisommergibili-classe Kara, un cacciatorpediniere classe Koshin ed un paio di fregate classe Krivat. Questa task force d’altura è affiancata da 5 corvette antisom della classe Grisha e derivati, da 10/12 motomissilistiche classe Nanuchka e Tarantul II/III e 7/8 cacciamine.
Dalla base opera anche un sottomarino classe Kilo. Per le operazioni anfibie sono, poi, disponibili 7 unità da sbarco della classe Alligator Ropucha-i. Sebastopoli è poi sede del Comando della 810a Brigata di Fanteria di Marina, i cui uomini sin da subito sono stati coinvolti nell’operazione per la presa degli obbiettivi strategici in Crimea. L’unità ha una configurazione grosso modo simile a quella di una Marines Expeditionary Unit dei Marines. È basata su 3 battaglioni di fanteria, di cui uno di assalto con capacità paracadutista, una compagnia Recon e 3 batterie di supporto, una di artiglieria, una anticarro e una di difesa aerea. Il dispositivo aeronavale russo è completato da una brigata costiera, di stanza ad Anapa, su 3 complessi pesanti antinave K-300p Bastion e dagli assetti dell’Aviazione Navale. In particolare nella base di Kacha, sono presenti una ventina di elicotteri antisom Ka-27 e Mi-14, più un reggimento composito ala fissa/ala rotante – su An-2/12/26 e Mi-8 – mentre nella base di Gvardeyskoye una ventina di cacciabombardieri Su-24.
I «Marines» della 810 a sono stati i primi a muoversi, assicurando il controllo degli aeroporti e degli edifici governativi. Progressivamente, i comandi russi hanno poi iniziato ad inserire, sfruttando l’arco notturno, anche i primi elementi delle forze speciali e dei paracadutisti attraverso diverse sortite di Ilyusnin 11-76. Ad essere pienamente mobilitata è stata soprattutto la 76 a Divisione d’Assalto Aero di stanza a Pskov, nel distretto militare di San Pietroburgo, l’unità ad alta prontezza operativa dell’Esercito riconfigurata in reparto d’assalto aereo nel 2007. L’unità, che ha l’organico e la configurazione di una brigata, può contare su 2 reggimenti d’assalto aereo, un reggimento di artiglieria e un reggimento di difesa aerea, più le unità di supporto, ed un battaglione Recon.
TRUPPE SCELTE
La 76 a Divisione d’Assalto Aereo è stata, inoltre, la prima unità dell’Esercito russo ad essere equipaggiata con il nuovo sistema di comando e controllo tattico Sozvezdiye che permette di integrare in rete tutti i sistemi e i mezzi e di garantire il link con il sistema satellitare Glonass. In realtà, i primi a prendere terra in Crimea dovrebbero essere stati .gli Spesnatz del leggendario 45° Detached Reconnaissance Regiment. L’unità, inquadrata nel comando delle mini del Gru nel corso degli anni hanno progressivamente eliminato gran parte dei quadri intermedi dei gruppi jihadisti. È possibile che tra i militari senza distintivi e mostrine che nelle prime ore della crisi hanno preso il controllo degli edifici governativi in Crimea ci fossero, appunto, anche elementi del Gru. Nei primi giorni di marzo, il dispositivo russo in Crimea è stato ulteriormente rafforzato dopo che sono stati segnalati voli di elicotteri, Mi-24 d’attacco e Mi-8 da trasporto, che potrebbe essere stati ridispiegati nell’aeroporto di Belbek, sede di una base dell’Aeronautica Ucraina (in particolare della 204th Tactical Aviation Brigade che dovrebbe disporre di 10/15 MiG-29), passata sotto il controllo russo.
Ad oggi, la Russia ha il completo controllo della Crimea. Nelle operazioni potrebbero essere coinvolti circa 20.000 uomini mettendo nel conto reparti regolari, milizie locali filo-russe e unità para-militari russe, più alcuni elementi dei Berkut ucraini, protagonisti della repressione di piazza Maidan, sciolti dalle nuove autorità ucraine, ma prontamente reclutati dai russi. E ai confini con l’Ucraina, Mosca ha ammassato altri 80mila soldati, pronti a muoversi sulle direttrici di Donetsk e Odessa. Una potenza di fuoco troppo grande per non far scattare l’allarme rosso. A Kiev, e non solo.