Andrea Carugati, L’Unità 13/3/2014, 13 marzo 2014
M5S, IMPAZZA LA CIVATI-FOBIA
Ma il problema è davvero andare a cena con Civati? Io posso cenare con chi mi pareee!». Il grido della senatrice espulsa Maria Mussini, in una delle ultime e tormentate riunioni del M5s, ha avuto Perfetto della famosa corazzata Potemkin di Fantozzi.
Grido liberatorio, che arriva dopo settimane e mesi in cui il deputato Pd è diventato una sorta di convitato di pietra della falde grilline. Fatti salvi gli stipendi non restituiti, è lui, Pippo, il vero oggetto delle aggressioni tra i grillini. Se si vuole screditare qualcuno, subito arriva un falco o un militante su qualche social network che insinua la “notitia criminis”: «Tizio ha cenato con Civati». O comunque «avrebbe voluto farlo». O, al limite, «ci ha parlato alla buvette». Nei giorni delle espulsioni dei 4 senatori Campanella & Co., ecco spuntare una foto compromettente sui social: con Orellana e altri reprobi spunta l’ex Idv Francesco Barbato a pranzo in Senato. Ma Barbato ormai conta poco. E allora la didascalia s’incarica di individuare il vero capo d’accusa: «Dopo la cena con Civati, li abbiamo beccati con Barbato». Già, perché se non c’è Pippo, tra i grillini, non c’è gusto. Tommaso Curro, deputato ritratto nella foto con i colleghi senatori, su Facebook è sbottato: «Andate tutti affanc...». «Appena lo incontro a Civati offro un caffè, io a cena con lui non ci sono mai stato. Una frase che sembra ormai diventata un mantra per grillini in odore di eresia. Un po’ come i leghisti che per anni concludevano tutti gli interventi con il «Viva Bossi». Diventato tra i grillini un «Abbasso Civati».
A volte la pubblica abiura del democratico in odore di seduzione pericolosa serve persino a salvare il posto. E ad evitare l’ennesima espulsione. Non sempre. Per Campanella e soci uno dei capi d’accusa fondamentali è stata proprio la cena. Sul banco del pm Roberto Fico, presidente della Vigilanza Rai. E alla domanda della cronista «Ma uno non può cenare con chi gli pare?», Fico ha sorriso allargando le braccia: «Eddaiii». Già, perché la cena con Civati non è un reato qualunque, ormai è un genere letterario a 5 stelle. Consolidato quasi come «non hai presentato tutti gli scontrini». A un certo punto Campanella si è detto pronto alla confessione: «Sono andato. C’erano anche Scarlett Johansson e Michelle Obama».
Ma la Civati-mania sembra contagiare persino i fedelissimi come Alessandro Di Battista e Giuseppe D’Ambrosio. Il primo lo sfotte sovente sull’antiberlusconismo, il secondo l’ha invitato addirittura a dimettersi da deputato «se sei coerente con quello che dici sulla legge elettorale». La replica sul filo dell’ironia: «Non vi basta espellere i vostri?». La telenovela sembra destinata a proseguire. Alla fine Civati sarà costretto a mettersi a dieta.