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 2014  marzo 13 Giovedì calendario

FAVA SCHIFA SILVIO MA NON I SUOI SOLDI


Claudio Fava è deputato e coordinatore della segreteria di Sel e dal padre - il celebre Pippo Fava - ha ereditato la passione per la scrittura. Produce articoli, libri e sceneggiature televisive. Ha firmato anche quella della fiction Le mani dentro la città, sulle infiltrazioni della ’ndrangheta a Milano, in onda da domani su Canale 5. Insomma è un intellettuale impegnato, da sempre in lotta contro le mafie. Bravo, applausi. Il signor Fava, però, ha anche un’altra peculiarità. Ce l’ha a morte con Silvio Berlusconi. Lo considera - come ha fatto notare ieri sul Giornale Luca Fazzo - un mafioso. Né più né meno. Nel 2009, per esempio, scriveva: «Il problema sono i rapporti (solidi) costruiti negli anni tra mafiosi conclamati come Vittorio Mangano e lo stesso Berlusconi. Il problema sono i riferimenti puntuali e preoccupanti che diversi collaboratori di giustizia, ritenuti più che credibili da quattro Procure, hanno verbalizzato sul partito di Berlusconi e sulle sue frequentazioni mafiose». Opinioni legittime.Eppure qualcosa non torna. Se Berlusconi è un mafioso, perché Fava da anni lavora per lui? Se è vero, come scriveva Fava, che «il problema non è solo la mafia ma chi continua a farne una risorsa politica, un’opportunità elettorale, una realtà economica», per quale motivo lui fa delle aziende del «mafioso» Cavaliere una risorsa economica per se stesso? Curioso.
Ieri una nostra cronista ha girato la domanda a Fava medesimo, il quale ha risposto, testuale: «Dall’esperienza di lavoro con le aziende di Berlusconi - Mediaset, Mondadori, Medusa - si possono trarre due grandi insegnamenti. Il primo è la straordinaria professionalità dell’interlocutore, il secondo invece riguarda me personalmente che ho scritto la sceneggiatura di tante fiction andate in onda su Mediaset, ho anche pubblicato per Mondadori e scritto sulle colonne de Il Giornale. Questo fa di me una persona indipendente e dimostra che loro non sono funzionari sotto padrone. Il mio parere su Berlusconi in ogni caso non cambia». Quindi Silvio è ancora mafioso. Però le sue aziende sono libere e funzionano bene. Infatti Fava ha pubblicato libri sulla mafia per Mondadori, ha scritto fiction come Il capo dei capi e Il clan dei camorristi, entrambe per Canale 5. Dunque, stando al suo ragionamento, Fava ha prodotto opere sulla mafia di successo per le aziende editoriali e le tv di un mafioso. Viene quasi da rivalutare la mafia, a quanto pare è più liberale di molti giornali e case editrici sulla piazza. Ancora più singolare è il fatto che Fava non si faccia problemi a farsi pagare dalle aziende di colui che egli ritiene essere un boss. Se Silvio è mafioso, i soldi che guadagna devono essere sporchi. Possibile che l’intellettuale anti mafia li intaschi senza colpo ferire? Evidentemente sì.
Dice Fava: il fatto che io lavori per le aziende di Berlusconi dimostra che sono indipendente. No, veramente dimostra che il Cav non è quello che lui (e i Saviano, le De Gregorio eccetera) credono e riferiscono. E dimostra che Fava non è «indipendente», ma «un dipendente». Di Silvio. Cioè, secondo lui, di un mafioso. Bravo, appalusi.